Sei secoli di storia pugliese nelle trascrizioni di antiche pergamene perdute

pergamene

Uno dei principi fondamentali della scienza documentaria individua nel documento originale, inteso, secondo la definizione classica, nella forma e nella materia con le quali è uscito dalle mani dell’autore, il testimone più affidabile e più attendibile di ogni indagine storica, diplomatistica o filologica. Ma, in assenza dell’originale, copie e trascrizioni più o meno antiche, nonché regesti (raccolte ordinate di documenti e atti non riportati integralmente, ma in riassunto o solo nelle parti fondamentali), possono comunque essere utili a conoscere fatti storici o integrare conoscenze già acquisite.

Ne è una dimostrazione Il regestario Rogadeo delle pergamene Planelli (1214-1802), tredicesimo volume della collana ‘Il Grifo’, storica espressione editoriale del Centro Ricerche di Storia e Arte – Bitonto. Un’opera curata da Stefano Milillo, direttore del locale Archivio Storico Diocesano, e da Cecilia Minenna, studiosa d’arte, con prefazione del professor Pasquale Cordasco, direttore del Centro Studi Normanno-Svevi.

IL VOLUME

Pubblicato da Edipuglia, il libro è dedicato alle pergamene della famiglia Planelli, antico e nobile casato della Catalogna, che si stanziò in Puglia alla fine del XII secolo. Si tratta di ben 280 documenti, ormai perduti, datati dal 1214 al 1802, che a fine dell’Ottocento furono trascritti, commentati e corredati con note ed indici dallo storico Eustachio Rogadeo (1855-1920), autore di numerose monografie, indagini e pubblicazioni, tra cui anche ventidue volumi manoscritti che oggi sono custoditi nella biblioteca comunale di Bitonto a lui dedicata.

Palazzo Rogadeo, sede deella Biblioteca Comunale di Bitonto “Eustachio Rogadeo”

Il volume è di assoluto pregio, sia per il lavoro non di poco conto svolto dai curatori, che hanno dovuto trascrivere i documenti contenuti nel manoscritto di Rogadeo e ricreare indici cronologici, logistici e nominali utili a ricostruire in modo più efficace le vicende narrate, sia perché consente di comprendere meglio la realtà agricola locale del territorio tra i secoli XIII e XIX, fornendo un suggestivo quadro sociale ed economico utile a descrivere la corposa rete di interessi delle dinastie locali.

IL REGESTO

Il regesto delle pergamene Planelli redatto da Rogadeo era probabilmente destinato, una volta rivisto, alla pubblicazione. È oggi depositato, in copia, nell’Archivio Diocesano di Bitonto nel fondo Acquafredda, che conserva importanti documenti relativi alle varie famiglie nobili di Bitonto. Non è noto se quanto affidato nel 1887 ad Eustachio Rogadeo sia rimasto nelle sue mani o sia ritornato ai Planelli. L’unica cosa certa è che gli attuali eredi della famiglia non possiedono più alcuna documentazione. Oggi, di quelle pergamene non c’è traccia.

Bitonto e la terra di Bari nell’età moderna

Il volume di Milillo e Minenna ha anche un altro merito. I documenti regestati da Rogadeo meritavano da tempo uno studio attento e filologicamente accurato. Pur non seguendo le tradizionali regole della scienza archivistica, custodiscono infatti un numero incalcolabile di informazioni storiche altrimenti destinate all’oblio. Forniscono, inoltre, significativi e originali elementi di conoscenza su svariate tematiche riguardanti principalmente Bitonto e la terra di Bari nell’età moderna. In essi si racconta la vita sociale, politica e amministrativa del territorio e si documentano gli stretti rapporti commerciali e culturali con altre città della Puglia. Prevalentemente attraverso atti notarili (mutui, obbligazioni, contratti di matrimonio, assegnazioni di doti, donazioni, testamenti e altre categorie di documenti) si narrano usi e costumi di una famiglia nobile e del territorio nel quale visse e prosperò, intrecci economici e dinastici, vincoli di parentela.

Talvolta emergono notizie di carattere politico riguardanti gruppi, fazioni e altre famiglie. Sono menzionati personaggi (architetti, artisti, uomini di chiesa) destinati a lasciare una forte impronta nella storia locale e regionale, come, ad esempio, il pittore Alfonso de Corduba; il geometra e architetto Michelangelo Azzarro, autore della pianta di Bitonto custodita nella Biblioteca Angelica di Roma; Mariano da Bitonto, che partecipò al Concilio di Trento e fu al fianco di Filippo II nella guerra contro la Francia.

DOCUMEnti che testimoniano l’economia agricola del territorio

L’economia è alla base della maggior parte degli atti notarili trascritti da Rogadeo che contengono informazioni utili sull’agricoltura, sull’olivicoltura e sul commercio di olio d’oliva. Ci sono notizie interessanti sui trappeti extramoenia, sui commerci e sui rapporti con altre località. Notizie in grado di offrirci, quindi, anche un confronto tra la realtà locale e quella delle città limitrofe e dell’intera regione e di fornirci un interessante spazio storico e documentale destinato a colmare un vuoto che Bitonto presenta nell’ambito della pubblicazione delle fonti documentarie.

È anche per questo che il lavoro svolto dai due curatori è importante, dal momento che contribuisce a conservare la memoria storica non solo di una famiglia che per secoli è stata protagonista della vita di Bitonto e della terra di Bari. Restituisce un interessante spaccato della vita quotidiana del territorio nell’arco di sei secoli, se pur legato a gruppi sociali agiati, aiutandoci a ricostruire e comprendere meglio, tassello dopo tassello, la storia della Puglia. Il volume, inoltre, contribuisce ad allineare la città ad altre realtà della Puglia che hanno promosso la divulgazione delle fonti della propria storia cittadina, a cominciare proprio dal materiale pergamenaceo.

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