IL MOTTARONE VISTO DA ME, STRESIANA D’ADOZIONE. IN ONORE DELLE VITTIME

di Carmela Moretti

È al Mottarone che ogni mattina do il buongiorno. Non lo vedo realmente, perché è nascosto dietro i boschi, ma idealmente so che è lì. Anche per me, dunque, come per la gente del posto, esso è diventato un luogo dell’anima, insieme al Lago Maggiore su cui s’affaccia.

Per quattro anni, ho osservato la cabina blu della funivia partire nei pressi del lido di Stresa e dirigersi su, provando anche un po’ di invidia per tutti quei residenti e turisti, che con coraggio si affidavano a un cavo sospeso nel vuoto. Io quel coraggio l’ho trovato proprio la mattina di domenica 23 maggio, mezz’ora prima della tragedia, ma questa è solo una coincidenza della vita…

Piuttosto, vorrei parlarvi del signor “Mottarone”, una meta turistica privilegiata del Piemonte. La mia proprietaria di casa, una vivace signora di 65 anni, è cresciuta lì, nell’albergo di famiglia, tra la montagna e i boschi prevalentemente di faggi e betulle. Davanti ai nostri quotidiani caffè, Sonia me ne ha sempre parlato come di un posto incantevole, un paradiso terrestre, dove già negli anni ’50 e ’60 nobili, imprenditori e sportivi famosi venivano a sciare e a trascorrere le vacanze. Suo marito Albino, che di montagne ne ha viste tante ed è stato presidente del CAI di Stresa, definisce il Mottarone “una montagna gentile”, che sa accoglierti come una madre amorevole.

Per i cittadini del Verbano-Cusio-Ossola, dunque, il Mottarone non è mai stato un orco, ma piuttosto un amico fidato. E la funivia, qui è sempre stata un valido mezzo di trasporto, come per me in Puglia sarebbe un pullman. Qui si va in cima a fare una passeggiata o a bere una cioccolata calda, come io in Puglia andrei a Santo Spirito in riva al mare. Lo scorso anno, gli alunni della mia scuola prendevano la funivia una volta a settimana per frequentare un corso di sci, accompagnati dai docenti e da alcuni genitori. Nessuno – veramente nessuno – ha mai avuto il sentore che potesse diventare teatro di una tragedia.

Bene, la funivia del Mottarone è suddivisa in due tronchi. Si parte dal lido di Stresa e si fa tappa ad Alpino, una frazione del comune di Gignese, a 830 m di altitudine. Qui è possibile percorrere i sentieri, ammirare il panorama, respirare un’aria che già comincia a farsi frizzantina e visitare un giardino botanico – con piante tipiche del luogo, ma anche esotiche – riaperto soltanto qualche anno fa. Ed è stato proprio il nostro scarso interesse per la botanica a indurre me e la mia amica Francesca a non fermarci al giardino, ma a riprendere la funivia alle 11,17 per compiere l’ultimo tratto dell’altro tronco: da Alpino in cima al Mottarone, su fino ai 1492 metri.

Lì, percorrendo una strada in salita, si raggiunge il punto più alto, dove il panorama davvero ti toglie il fiato. Da un lato, si può fare un saluto alla cima del maestoso Monte Rosa, che si intravede in lontananza ancor innevato. Dall’altro lato, è possibile contemplare tutto il lago Maggiore, la sponda piemontese e la sponda lombarda, e in lontananza vedere lago di Varese.

La sensazione che si prova lassù è di pace e non è retorica. C’è qualcosa in quel posto che ti rimette in comunione con te stesso e con il mondo intero, fino a farti pensare che tutto è più bello di come appare.

Credo che le 14 vittime del disastro di domenica scorsa fossero salite per provare esattamente queste mie stesse emozioni: un po’ di legittimo timore al cospetto della funivia e tanta, ma tanta, gratitudine per la bellezza del panorama che riempie il cuore. Solo che io sono stata fortunata, loro no.

Ora la notizia del dolo, sopraggiunta questa mattina, ci lascia veramente sconcertati.

E’ una crudeltà durissima da sopportare: i 14 passeggeri, che volevano soltanto trascorrere una giornata di spensieratezza, e tutto il territorio di Stresa, che ha sempre saputo accogliere tutti in maniera meravigliosa, sono vittime innocenti dell’avidità umana.

 

Qui di seguito, alcune curiosità sul Mottarone:

  • La valorizzazione di questa montagna ebbe inizio nel 1884, quando venne costruito il primo albergo, andato poi distrutto a causa di un violento incendio nel 1943. All’inaugurazione parteciparono anche i principi di casa Savoia.
  • Alla fine del XIX secolo, il Mottarone venne elencato nelle guide turistiche e consigliato dalle agenzie internazionali tra le migliori località di soggiorno, per l’immensità e la grandiosità del suo panorama.
  • In cima al Mottarone si trova una croce, collocata nel 1952, come simbolo di cristianità e fratellanza
  • Nel 1910, venne inaugurata una funicolare (il cosiddetto trenino del Mottarone), che in un’ora e dieci minuti conduceva i passeggeri da Stresa al Mottarone, percorrendo con le sue motrici color arancione uno dei panorami più incantevoli d’Italia.
  • La funivia Stresa-Mottarone fu inaugurata nel 1970 e ha dato a questo monte una maggiore notorietà. “Venti minuti di meravigliosa, entusiasmante contemplazione panoramica”.

(Le foto storiche sono state gentilmente concesse dai signori Albino Scarinzi e Sonia Panzeri. A loro va un grazie infinito per avermi fatto conoscere e amare questi luoghi)

 

 

 

 

 

 

 

 

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