Il lunedì con la medicina. IL CASO DELLA PALAZZINA DELLA MORTE

di Giacomo Losavio, neurologo e neurofisiologo clinico 

Mi capita spesso di trattenermi dopo una visita  ad ascoltare le  storie dei pazienti . Ritengo il colloquio anamnestico  importante sia perché potrebbe fornire informazioni utili ai fini diagnostici sia perché in ogni malattia non bisogna sottovalutare il vissuto di ogni individuo.  E tutte le storie che ascolto  nascondono sempre qualcosa di interessante e non solo al fine clinico-diagnostico. Come nel caso di Lucia (nome di fantasia) che dopo avermi esposto  i sintomi del suo malessere psichico mi ha parlato  del suo “dolore” causato  dalle malattie che hanno quasi contemporaneamente sterminato la sua famiglia.

“Mio Padre mia madre e mio  fratello   abitavano   nella palazzina maledetta”- come l’ha definita rabbiosamente  Lucia-  , “ tutti ormai la chiamano la palazzina della morte” .Poi  ha aggiunto :” tanti altri come i miei  familiari  nel giro di venti anni sono morti   di tumore ,  giovani, anziani, uomini , donne”- . Il racconto di Lucia mi ha   colpito,  tanto che  al termine della visita    sono andato a fare una ricerca sul Web. Ho letto infatti che in effetti a Bari esiste una palazzina in cui molti si sono ammalati e sono morti per i più disparati tipi di tumore  e ho  trovato alcuni articoli di giornali accreditati che ne hanno parlato all’epoca . Ma gli  ultimi articoli sono datati  2020 epoca in cui l’inchiesta giudiziaria veniva archiviata con un nulla di fatto sulla correlazione tra malattia e causa ambientale. La palazzina di via Archimede 16, alla periferia barese di Japigia, tristemente nota come “palazzina dei tumori è una     palazzina  di nove piani costruita alla fine degli anni settanta  ubicata  proprio davanti al palazzetto dello sport di Bari. Dal  1990 al 2021  si sono verificati  27 casi di tumore che hanno colpito soggetti di tutte le età (persino in età giovanile) causando il decesso  di 21 persone . Tumore al pancreas, cancro al fegato, allo stomaco, al colon , Linfomi, Leucemie, tumori al cervello, sono state le diagnosi più frequenti .  Insomma tutte patologie molto aggressive e difficilmente curabili  .

Dopo sollecitazione degli inquilini  che anno dopo anno si sono sentiti  in pericolo di vita, sono state condotte  ricerche da parte della Asl sulla eventuale determinazione delle cause che potessero determinare questa elevata incidenza di tumori rispetto alla media  e successivamente è stata aperta anche un’inchiesta dalla procura.

Di seguito riporto uno stralcio estratto dall’articolo di Repubblica pubblicato in data 27-11-2016:  “Le ipotesi che avanzano gli inquilini sono diverse, ma senza base scientifica. “Mio figlio si è ammalato giovane, a 35 anni con il tumore di Hodgkin, sta ancora in terapia – prosegue il condomino Michele Paloscia – Nel giro di un mese sono morte due persone che abitavano in questo palazzo, entrambe di tumore allo stomaco. Non siamo medici e non possiamo dire cosa ci sia, certo è che è una strage: non vorremmo aver inalato pure noi qualcosa di pericoloso come per la Fibronit”. Più di uno addita la presenza dell’ex discarica coperta da una collinetta verde alle spalle del Palaflorio. Ma c’è anche chi è convinto che il problema sia nel palazzo di via Archimede 16.
“Ho perso mio padre per un tumore al colon retto con metastasi a 45 anni – racconta Vito Dammacco, che di anni ne ha 34 – Poi dopo 18 anni è capitato anche a mia madre: tumore allo stomaco. Credo che qualcosa in questo stabile ci sia: non può essere una semplice casualità. Noi vorremmo capire cosa c’è nei muri, nelle tubature, nei pavimenti. Se i miei genitori sono morti per volere di Dio, me ne farò una ragione. Altrimenti voglio chiarezza e giustizia”. Nella palazzina, in tutto 27 appartamenti, c’è anche una signora che ha già perso il marito tre anni e mezzo fa per tumore ai polmoni e che si è adesso ammalata. “Si sono susseguiti i morti – va avanti un altro inquilino – la causa? Tumore, tumore, tumore. Siamo allarmati, vogliamo sapere anche se è in pericolo la nostra salute. Siamo nonni e qui vengono a stare i nostri nipotini”.(tratto da La Repubblica del 27-11-2016)  In pratica da queste interviste si deduce che  l’alta insorgenza di neoplasie   è stata attribuita come unica ipotesi  alle  sostanze tossiche disperse nell’aria dai roghi tossici della ex discarica comunale di via Caldarola, dismessa e bonificata ormai dai 1990  che se fosse così con  un  quadro epidemiologico che “richiama fortemente quello riscontrato nelle aree della cosiddetta terra dei fuochi”. L’esito delle indagini concluse nel 2021    dalla Procura di Bari, concluse con una richiesta di archiviazione poiché era  trascorso troppo tempo dalla denuncia   .

A posteriori mi pongo una domanda: Se fosse stata l’inalazione dei rifiuti tossici dell’ex discarca   come è possibile che le malattie si sono concentrate nella  palazzina al civico 16 e non nelle palazzine limitrofe anche della stessa strada   visto che  stiamo parlando di sostanze  tossiche a diffusione aerea   che normalmente coprono una zona molto estesa ? Con che meccanismo d’azione queste sostanze  avrebbero potuto  colpire  solo un parallelepipedo di circa  1000 metri cubi? Neanche una bomba chimica di Saddam Hussein era così precisa . In genere se alla base c’è una sostanza tossica che si propaga per via aerea,  tali sciagure si distribuiscono su un territorio molto più ampio coinvolgendo  popolazione di un perimetro ampio  proprio come è accaduto alla Fibronit che ha sparpagliato  amianto in tutto il quartiere di Japigia  o come è accaduto anche  alla tristemente famosa “Terra dei Fuochi “  di  Napoli. Come mai nessun altro condominio anche limitrofo alla palazzina di Via Pitagora non ha segnalato criticità simili nel proprio palazzo ? Come mai non si è indagato su eventuali  criticità intrinseche alla palazzina per esempio valutazione del materiale di costruzione o controllo dell’ impianto idrico e della qualità dell’acqua  essendo proprio l’acqua inquinata un potenziale vettore per l’insorgenza di queste terribili malattie?

Non mi sembra infine che sia stata condotta un’analisi epidemiologica della zona relativa per valutare l’incidenza  di malattie oncologiche o di altro genere  rispetto resto della popolazione del quartiere. I dubbi restano ancora molti sia in tutto il quartiere ma soprattutto nella palazzina di via Pitagora civico 13 dove la paura e la preoccupazione regna sovrana.

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