LA BRILLANTE DRUSILLA FOER A VERBANIA: GRANDE SUCCESSO PER LO SPETTACOLO “ELEGANZISSIMA”

di Marco Zappacosta

Nella serata del 22 luglio, nell’arena esterna del Teatro Maggiore, il pubblico verbanese ha potuto trascorrere una piacevolissima serata con l’artista Drusilla Foer, alter ego dell’attore fiorentino Gianluca Gori, nella tappa estiva sul Lago Maggiore della tournée di Eleganzissima, che sta portando l’artista in giro per il nostro paese.

Lo spettacolo è iniziato verso le 21, permettendo al pubblico di goderlo nella cornice del lago al tramonto, in questo periodo dell’anno abbastanza tardo, e permettendo allo stesso tempo, cosa abbastanza rara, alla stessa artista di vedere il pubblico, cosa di cui è rimasta particolarmente colpita.

L’attesa nel pubblico era tanta e l’arena, capace di ospitare fino a 2000 persone, era piena (si parla del tutto esaurito): troppa la curiosità di vedere Drusilla Foer, soprattutto dopo il suo exploit sanremese.

L’ingresso di Drusilla sul palco ha già entusiasmato il pubblico: l’artista, vestita con un lungo abito, ha voluto approfittare della temporanea assenza del pianista, Loris di Leo, per fare una cosa che lui non le permette mai: sedersi, come una diva, sul pianoforte e presentare da lì il suo spettacolo.

Una volta arrivato il musicista, chiuso, teatralmente, nel camerino, lo spettacolo può iniziare, con la presentazione di Drusilla, in cui ha raccontato di sé: nata a Siena nel 19.. (non lascia mai intendere l’effettivo anno di nascita), ha vissuto lungamente in America, tra Cuba e New York, fino al suo ritorno in Italia, infine, recentemente ha preso parte a un premio musicale in Liguria, a cui non sembra dare, ironicamente, particolare importanza. Per il prossimo anno è atteso un suo album di inediti, con diverse collaborazioni illustri.

Il racconto della sua vita viene portato avanti con un tono sempre in bilico tra il comico e il drammatico, trascinando il pubblico in continuo avvicendamento di emozioni. L’intero show si presenta come uno spettacolo in musica, in cui l’artista alterna momenti di recitazione e momenti in cui canta, in diverse lingue, tra cui portoghese e inglese.

La parte che, personalmente, ho trovato più toccante è stata il racconto di uomo incontrato da Drusilla in una cioccolateria in Belgio: rimasto vedovo, richiamava l’amata ogni sera suonando le carte dei cioccolatini che lui amorevolmente conservava con grande cura. L’amata, golosa, lo andava a trovare, finché un giorno la raggiunse anche lui. Il gioco di luci della regia, accompagnato dal pianoforte di Di Leo, hanno dato un tono estremamente drammatico alla vicenda, eccezionalmente raccontata dall’artista.

Ciò che è spiccato in tutto lo spettacolo è stata indubbiamente l’abilità di Drusilla di tenere perfettamente il palco per tutte le due ore, non mostrando alcun segno di cedimento. Toccante è anche la parte in cui canta, con un ritmo molto drammatico, la celeberrima I will survive di Gloria Gaynor: la nota canzone, infatti, al di là della musica disco che fa ballare da più di quarant’anni intere generazioni di persone, presenta un testo drammatico in cui si parla della rottura di una relazione amorosa. Sentirla cantata da lei, con la giusta atmosfera, nel giusto tono, ha toccato gli animi del numeroso pubblico presente.

Tra gli ospiti d’eccezione, durante lo spettacolo, l’ultimo grande personaggio televisivo con cui Drusilla ha stretto un sodalizio: Topo Gigio, accompagnato dai maestri che gli danno i movimenti e la voce: l’incontro, teatralmente inaspettato, ha riempito Drusilla di gioia e stupito il pubblico che non si aspettava questa partecipazione.

Ma purtroppo il tempo è tiranno e lo spettacolo giunge a conclusione.

Dopo un cambio d’abito, in cui il primo, rosso, viene sostituito con uno con le payette argentato, ben rappresentativo del personaggio, è il momento dei saluti, non prima, però, di una licenza particolare: il maestro Di Leo permette, eccezionalmente, di salire sul pianoforte, possibilità che Drusilla accetta con euforia (e anche una certa abilità atletica). L’ultima canzone accompagna i saluti finali a cui non possono seguire, per motivi legati alla pandemia, i tradizionali abbracci di fine spettacolo e i tentativi, spesso vani, di poter scambiare qualche parola con l’artista: la tournée di Eleganzissima è ancora lunga e Drusilla e il suo entourage non possono correre rischi. Dopo la data verbanese, è stata infatti attesa a Orbetello e sarà prossimamente in diverse località del Veneto e della Lombardia, per poi passare in Sicilia a settembre.

La sensazione, spente le luci del palco, è di aver visto un attore recitare una parte in cui il proprio essere si confonde e si mescola totalmente col suo personaggio, fin tanto che viene da chiedersi se Gianluca Gori, nella vita di tutti i giorni, pensi e ragioni come Drusilla, con le idee e i modi di fare che l’hanno reso famosa.

Rimane deluso chi si aspettava uno spettacolo in cui si ridesse e basta, come in seguito ai numerosi video apparsi sui social durante il lockdown in cui Drusilla si intratteneva al telefono con delle sue amiche (e anche con qualche politico nazionale): Drusilla non è solo questo, è anche un personaggio che spinge alla riflessione e alla profondità

Per concludere, vorrei citare, parafrasando, alcune sue parole che mi hanno fatto riflettere, soprattutto dopo questi ultimi due anni: il teatro non lo fa soltanto chi recita, ma lo fa anche chi lo va a vedere.

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