di Carmela Moretti
Che un sindaco abbia a cuore la salute dei propri cittadini, a tal punto da scendere in campo in prima persona, è davvero cosa ammirevole. Le immagini che hanno visto il sindaco di Bari, Antonio Decaro, richiamare i baresi al rispetto delle misure restrittive del decreto ci hanno fatto sentire al sicuro, in ottime mani. Hanno giustamente fatto il giro del mondo e di lui ne hanno fatto il simbolo di una politica al servizio della comunità, una sorta di protagonista buono dei Western.
E abbiamo tutti pensato, con campanilismo: il migliore d’Italia mi sa proprio che ce l’abbiamo noi.
Poi, qualcosa è sfuggita di mano e la linea sottile tra senso del dovere da primo cittadino e spettacolarizzazione della politica è stata sorpassata, specie quando ci si accorge che la videocamera di un cellulare è costantemente in funzione. Sempre pronta a immortalare e poi a rendere virale il tutto, anche quei momenti che per rispetto della dignità propria e altrui sarebbe stato preferibile lasciare lontano dai riflettori e dalla gogna virtuale.
Purtroppo, la misura è virtù per pochi. E in generale, mettere alla berlina il prossimo pare sia diventata moda al tempo del Coronavirus.
Così, se all’inizio Decaro ci ha commosso, rassicurato e, talvolta, persino strappato un sorriso in questo periodo amaro, l’ultimo video diffuso sul suo profilo social ci ha profondamente amareggiato e ci è sembrata una forma di sovraesposizione mediatica. Rimprovera pesantemente un anziano uomo che si stava recando in visita da sua figlia, a pochi metri da casa sua, invitandolo a pagare entro tre giorni 500 euro di multa.
Quel cittadino ha commesso un reato, è vero, ma meritava di espiare la propria colpa su facebook? Di essere sottoposto a una specie di giuria popolare? Il messaggio che passa è fortemente negativo: chiunque può sentirsi legittimato a fare altrettanto, per strada e dai balconi delle proprie abitazioni.
Insomma, qualcosa o qualcuno ha fatto sì che il primo cittadino del capoluogo pugliese, da eroe buono si trasformasse in un Savonarola al tempo del Coronavirus: prima predicatore (e fin qui ci sta), poi fustigatore dei costumi amorali altrui.
Purtroppo, con tanto di messinscena virtuale.
I comportamenti sbagliati vanno stroncati con risolutezza, soprattutto quando si tratta di tutelare la salute di tutti, ma quanto sarebbe bello riscoprire l’importanza di farlo in forma privata…