Un esordio coi fiocchi: “5 È IL NUMERO PERFETTO”, di Igort, Francia, 2019

di Dino Cassone

Sarà che il distanziamento sociale coatto ha esasperato le emozioni, ma la visione di questo film ha entusiasmato talmente chi scrive, da farlo tornare il bambino che è stato nella bottega dei dolciumi. La pellicola in questione è “5 è il numero perfetto” esordio alla regia del fumettista Igor Tuveri, in arte Igort, che ha adattato per il grande schermo il suo omonimo graphic novel.

Un esordio coi fiocchi a nostro avviso, perché il film è un gioiellino tecnico: la fotografia è meravigliosa e ci restituisce l’anima vera di Napoli, i suoi vicoli e i suoi scorci che respirano la muffa della Storia e la poesia di un luogo magico; il montaggio perfettamente calibrato con frenate e accelerate degne di un gran premio; i costumi e l’ambientazione che ci trasportano nelle atmosfere hard-boiled di Chandler. Il protagonista, Peppino Lo Cicero (il solito superbo Toni Servillo, che con tutto il rispetto per Favino, avrebbe meritato il David), con la sua maschera tragica (e un nasone improponibile, aggiungiamo) ricorda le icone del genere, da Marlowe a Dick Tracy, da Kriminal all’Uomo Gatto (leggi Batman). E non poteva che essere un uomo fumetto.

Impeccabile la sceneggiatura, con godevolissime incursioni alla Sorrentino (giusto per citare un mostro sacro della surrealtà), che tiene fede alla classica trama del noir: il triangolo formato dal gangster, dalla sua fidata spalla e dalla pupa di turno. Quest’ultimi due ruoli affidati a due attori che diventano sempre più bravi, Carlo Buccirosso e Valeria Golino, scandalosamente l’unica a portarsi a casa il David su nove candidature. E anche qui, pur amando il film capolavoro del maestro Bellocchio, ci sarebbe da dire.

Insomma, “5 è il numero perfetto” (ah, in una sequenza di recitazione strepitosa, nemmeno a dirlo, Peppino ci spiega il titolo, insolito e accattivante) è noleggiabile sulle piattaforme streaming (Infinity e Chili, tra le altre) e vale la pena la visione. Non fosse altro per la sorpresa finale.

 

 

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