SU NETFLIX “THE CROWN 4”: IL CINEMA RICOSTRUISCE ALLA GRANDE SPLENDORI E MISERIE DEI WINDSOR

di Marco Zappacosta

Territori infiniti, palazzi sfarzosi, una infinità di castelli, cene galanti, un personale innumerevole a propria disposizione: chi, in fondo, non vorrebbe tutto questo? Quando eravamo piccoli la lettura delle prime fiabe e la visione dei film con principesse e principi  hanno stimolato in tutti noi questo desiderio, almeno una volta.

La visione di “The Crown”, di cui da pochi giorni è uscita la quarta stagione, può sicuramente togliere dalla nostra mente le ultime rimanenze di tale desiderio.

Prodotta a partire dal 2016, tra gli altri, da Stephen Daldry, produttore di pellicole note come Billy Elliot, The Hours e The Reader, The Crown racconta le vicissitudini della Corona britannica a partire dagli ultimi mesi del regno di Giorgio VI (il re balbuziente interpretato da Colin Firth ne Il discorso del re) fino all’epoca di Margaret Thatcher, prima donna premier nella storia britannica, nota al pubblico cinefilo grazie a Meryl Streep in The iron lady.

Sono, inoltre, raccontati come flashback alcuni avvenimenti precedenti, relativi soprattutto alla Seconda guerra mondiale e ai rapporti tra Corona e regime nazista (magistrale a tal proposito è l’episodio Vergangenheit della seconda stagione). Nella quinta e sesta stagione, per ora solo preannunciate, la storia dovrebbe giungere ai giorni nostri.
Tutta la storia è vista dagli occhi della regina Elisabetta I: da quando era una ragazzina divenuta regina, inesperta nel funzionamento della macchina statale e addirittura bisognosa di qualcuno che le spiegasse il funzionamento, fino al suo essere una regina pienamente consapevole. Insieme alla sua vita, si sviluppa quella di tutti gli altri numerosi coprotagonisti, spesso comprimari, ma a cui tante altre volte sono destinati degli episodi monografici in cui vengono raccontate le loro vite, come quelle dedicate agli amori della principessa Margaret, protagonista di molti episodi della seconda stagione. Nella stagione seguente, in più di una occasione sarà protagonista il giovane principe Carlo: dal suo rapporto con i suoi genitori fino alla conoscenza di una ragazza di nome Camilla.

La particolarità di questa serie televisiva è l’avvicendamento, a partire dalla terza stagione, degli attori e delle attrici che interpretano i personaggi man mano che gli anni passano. Questa modalità vale per quasi tutti i personaggi, cito qualche caso: la giovane Claire Foy lascia il posto a Olivia Colman per l’interpretazione della regina Elisabetta, Matt Smith (il celebre Doctor Who) lascia il posto a Tobias Menzies per il Principe Filippo e Helena Bonham Carter ha cominciato a interpretare la principessa Margaret, prendendo il posto di Vanessa Kirby. Nella quinta e sesta stagione dovrebbe esserci un nuovo recasting.

La visione di questa serie ci permette di vedere il lato più umano della corona, facendoci capire come sia impossibile barattare il proprio essere (direi quasi la propria libertà di scelta) con l’essere nobili, obbligati a dover fare certe scelte per il bene della Corona e di tutta la famiglia reale. Non a caso quando una persona comune come la Thatcher (sì primo ministro, ma comunque figlia di un piccolo commerciante, come maliziosamente notato dal re consorte) è ospite della famiglia reale nella tenuta scozzese di Balmoral, non essendo abituata al lusso e al loro protocollo, si dimostra completamente fuori luogo, sbagliando praticamente tutto quello si poteva sbagliare (non vi nascondo che la visione dell’episodio mi ha provocato un certo imbarazzo per lei). Sempre su questa linea, la giovane e meravigliosa Diana Spencer (sempre nella quarta stagione), al momento della presentazione in famiglia, chi avrebbe dovuto salutare per primo? La persona più importante per lei, Carlo? No, ovviamente, ma la Regina, seguendo poi un rigido protocollo per l’inchino e la giusta denominazione di ognuno dei presenti, in cui l’amato Carlo era soltanto uno della lunga serie. Tutte queste regole, indubbiamente lontane dalla vita comune di cui facevano parte, possono mettere in difficoltà e, soprattutto per la futura principessa triste, farla ricredere sulla sua giusta posizione all’interno della famiglia reale. 

The Crown è, quindi, il giusto compromesso tra una serie storica e una sentimentale: a chi è appassionato di storia permette di esplorare e conoscere in modo più approfondito una storia, quella della dinastia Windsor e del Regno Unito intero, che pensiamo di conoscere ma di cui abbiamo in realtà soltanto poche informazioni, facendoci appassionare a dei personaggi tanto lontano da noi. Per chi, infine, è appassionato di storie sentimentali e drammi familiari, potrà trovare nella famiglia Windsor infiniti motivi di rammarico, ma anche di gioia.

 

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