Quella di Savina Rupel è una storia vera.
Nata a Prosecco nel 1919, da una famiglia slovena, numerosa e poverissima. Perde la madre poco più che bambina.
Per aiutare i suoi cari è costretta a percorrere, ogni giorno, all’alba, 10 km a piedi (Prosecco – Trieste) per recarsi in una piazzetta a vendere fiori, con il carretto della mamma.
Si fidanza giovanissima, con un ragazzo che fa parte di un gruppo di partigiani. Viene arrestata e poi deportata nel lager femminile di Ravensbruck, in Germania, il giorno prima delle sue nozze, in stato di gravidanza, sospettata di militare nella resistenza.
Partorisce il suo bambino, Danilo, ancora prigioniera a Ravensbruck. Il bimbo muore, dopo qualche giorno, fra le sue braccia.
Come Liliana Segre, Savina Rupel, deceduta nel 2011, apparteneva, per dirla alla maniera di Primo Levi, alla categoria delle “salvate”, ossia, quelle deportate che, nonostante tutto, riuscirono a farcela grazie al loro coraggio, speranza e, molta, fortuna.
Savina era, come tutte le altre, un numero con una divisa e un triangolo rosso, cucito sulla casacca. Un numero destinato ad essere cancellato: una donna destinata a morire, perché “morire era la cosa più facile”.
Viene lasciata andare, insieme ad un gruppo di donne, la notte tra il 24 e il 25 aprile 1945. Usate come ostaggi per coprire la fuga ai nazisti. Chi rimaneva indietro veniva fucilata all’istante.
Camminò, incessantemente, per giorni e giorni.
Savina si salva, vi riesce con tenace volontà, ripetendo, più volte, “Mì devo tornar!” Tornò a casa, stremata.
Pensava di riabbracciare l’uomo che amava e che avrebbe dovuto sposare…
con: Aldo Fornarelli, Cristina Angiuli, Felice Alloggio, Anna Maria Damato, Monica Angiuli.
Regia: Monica Angiuli
Audio e luci: Nicola Damato.
da sabato 19 a domenica 20 febbraio 2022
Bari (Bari)
Teatro Duse
Via Cotugno Domenico, 21
Sabato ore 21.00- Domenica ore 19.00
ingresso a pagamento
INTERO: euro 12,00- RIDOTTO: euro 10,00 (over 65-under 24)
Info. 349 5768298- 347 8158760