ROCK OF AGES, di Adam Shankman, 2012

di Francesco Monteleone

Questo film non farà molti incassi perché non piacerà a chi ha amato il rock e ne ha fatto uno stile di vita. Troppi luoghi comuni messi insieme e due personaggi che sarebbero perfetti nelle sceneggiate amorose di Maria De Filippi, non come testimonial di una rivoluzione sonora che ha bruciato con le chitarre elettriche molti addobbi della cultura borghese di massa. Nel 1987 una ragazza di bell’aspetto che vuole diventare una cantante  se ne va in bus a Los Angeles, luogo di adunanza dei musicisti più tosti d’America. La graziosa provinciale non deve arrabattare i modesti guadagni per sopravvivere; dopo 7 minuti di film si trova il fidanzato virtuoso che le procura l’ assunzione nel locale più alla moda della scena rock, dove certamente non avrà scottature sessuali dal proprietario (Alec Baldwin). Nel frattempo ci sono le elezioni comunali e il candidato sindaco della città (fedele in pubblico, cornutissimo in privato) si fa aiutare dalla moglie Patricia Whitmore (Catherine Zeta-Jones) che vuole distruggere Sunset Strett, ma non ce la fa più a ballare, come da giovane. Il film è un adattamento cinematografico dell’omonimo musical di Broadway di Chris D’Arienzo. Le musiche non sono da collezionare. Tom Cruise fa l’imitazione (più che la parte) del musicista prototipo Stacee Jaxx: Beve alcolici, dorme tra le gambe di schiave sessuali, tratta male la stampa, compone sentenze per adolescenti, sperpera ricchezze e soprattutto non si rinnova nelle composizioni.

Tom Cruise e Alec Baldwin vestiti da Metallica o Nirvana non sono credibili. Hanno una faccia troppo compromessa dall’industria cinematografica di Hollywood. Ai due ottimi attori non sono sufficienti i capelli lunghi e le pose che si vedevano sulla copertina di CIAO 2001,  per piacere a chi quegli anni li ha vissuti per davvero. I grandissimi solisti delle mitiche rock-band erano meno scaltri, non avevano tatuaggi da animatori di villaggio, non suonavano tutta la rabbia dell’Occidente per avere in cambio da una liceale “Quando è morto il mio criceto la tua musica mi ha salvato dall’abisso”. Il finale buonista è cinematogafico, ma c’entra poco con le biografie infernali di quei musicisti dannati.

La  ragazza Sherrie Christian (Julianne Hough) apprende un mestiere da esule. Drew Boley (Diego Boneta) è maneggiato dall’impresario Paul Gill (Paul Giamatti) senza dargli nemmeno una coltellata d’onore. Stacee Jaxx seduce la giornalista di Rolling Stone, dopo essere stato insultato, la mette incinta e diventa un marito modello. Infine, non si consumano droghe di nessun tipo, l’amore resiste a ogni brutalità della vita, il tradimento politico è senza conseguenze rilevanti e basta scrivere una canzone d’amore con testo copiato dai Baci Perugina per esibirsi in un megaconcerto rock nello stadio di Hollywood. Quante bugie messe insieme! Non le avevamo mai viste in tanti anni di onorata vita spericolata.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.