RADIO BARI, LA STORICA VOCE DELL’ITALIA LIBERATA

Se la lotta partigiana fu un fenomeno che riguardò principalmente il Nord Italia, la Resistenza al nazismo e al fascismo, ebbe anche nel Mezzogiorno le sue manifestazioni, più o meno importanti. E, tra gli episodi maggiormente degni di nota, non si può non citare il caso di Radio Bari, la sede barese dell’Eiar (Ente italiano per le audizioni radiofoniche), antenata della Rai. Da strumento di propaganda fascista, assunse un ruolo centrale nella rinascita democratica italiana, dopo la caduta del fascismo e l’armistizio del ‘43.

LA STORIA DI RADIO BARI

Fu inaugurata ufficialmente il 6 settembre ’32, in occasione dell’apertura della terza edizione della Fiera del Levante. Ad aprire le trasmissioni fu la lettura, da parte del ministro dei Lavori Pubblici, Araldo di Crollalanza, di un messaggio di Benito Mussolini. Inizialmente le trasmissioni erano solamente notiziari che andavano in onda a giorni alterni. Con il tempo, oltre a diventare giornaliere, si ampliarono di conversazioni, conferenze e musica.

Con le frequenze che andavano oltre i confini nazionali, vennero trasmessi anche programmi in lingua albanese, rumeno, serbo, croato, greco, bulgaro, ungherese, turco e arabo. Radio Bari, infatti, era anche parte del Reparto Arabo, a sua volta parte dell’Ispettorato Radio, dipendente direttamente dal Ministero Stampa e Propaganda e dal successivo Ministero della Cultura Popolare. Mussolini, come aveva spiegato anche nel suo messaggio inaugurale, considerava la stazione radio un anello di congiunzione tra l’Occidente e l’Oriente, uno strumento della pacifica espansione italiana nel Mediterraneo. Radio Bari, quindi, fu uno strumento di propaganda al servizio delle mire imperialistiche italiane.

Ma la situazione cambiò con il crollo della dittatura e l’armistizio, quando diventò la prima radio libera in tutta l’area mediterranea, la voce dell’Italia liberata. A narrare la sua storia ci ha pensato lo storico Vito Antonio Leuzzi, due anni fa, con il libro “Radio Bari nella Resistenza italiana” (Edizioni dal Sud, Bari 2018), che raccoglie al suo interno tutto quel che accadde nella sede di via Putignani, 247, dal ’43 al ’44, prima che molte delle trasmissioni fossero spostate prima a Napoli e poi a Roma.

Radio Bari nella resistenza italiana

NON SOLO LA STORIA DI RADIO BARI

Il volume raccoglie testi di trasmissioni e notiziari, comunicati delle forze Alleate, palinsesti, lettere private, scambiate dai protagonisti di quell’avventura. Raccoglie le voci dei rappresentanti di quelle forze politiche  perseguitate dal fascismo, che, finalmente, potevano liberamente parlare ai cittadini e a chi, nel Nord, ancora combatteva contro i nazifascisti. Potevano parlare della guerra in corso, ma anche di quel che sarebbe avvenuto dopo. Dell’Italia che si voleva ricostruire dalle macerie in cui il fascismo e la sua guerra l’avevano ridotta.

Attraverso quei documenti, attraverso la storia di Radio Bari, il volume racconta Bari e un’Italia che tentavano di risollevarsi. Tentavano di essere accanto agli italiani che vivevano e combattevano nelle zone ancora sotto il giogo nazifascista. Che provavano a far ripartire la vita anche attraverso la cultura, l’intrattenimento, le lezioni di inglese, il teatro, la musica.

Si racconta, attraverso i loro discorsi, dei tanti intellettuali e rappresentanti delle più diverse forze politiche che si opponevano al fascismo. Intellettuali zittiti dal regime, che ricominciarono a parlare ai cittadini italiani: Tommaso Fiore, Benedetto Croce, Giovanni Laterza, Michele Cifarelli, Giorgio Spini, Arnoldo Foà, Aldo Moro e tanti altri, che, nonostante le diversità ideologiche, si riunirono, dialogarono, parlarono all’Italia, uniti dalla volontà di vedere un’Italia finalmente democratica.

IL CONGRESSO DI BARI

Si racconta, infine, del Congresso di Bari del 28 e 29 gennaio ’44, quando le forze del Cln si incontrarono nel Teatro Piccinni.

Il più importante avvenimento nella politica internazionale italiana dopo la caduta di Mussolini” secondo Radio Londra. Si riunirono tutti i rappresentanti dei partiti che si erano opposti al fascismo. Con l’obiettivo di discutere del futuro del Paese e per chiedere ufficialmente l’abdicazione di Vittorio Emanuele III, accusato di essere stato complice del fascismo.

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