di Francesco Monteleone
“Facciamoci il segno della croce” ha detto un vecchio e rassegnato tifoso il giorno dopo la prima partita (e prima sconfitta) del Bari con la Juve Stabia nel campionato 2024-25. Certo, bisogna avere il cuore di pietra per non addolorarsi dopo tanta umiliazione, ma la verità non è tutta contenuta nel risultato. Il Bari nell’intera partita ha creato più palle gol dei campani, ma nessuna è entrata nella rete. Gli avversari, aiutati dalla buona sorte, hanno segnato i primi due gol con due difensori, Bellich e Follino, i quali si sono accorti che i difensori biancorossi non erano ancora rientrati dalle vacanze. Nel calcio la Fortuna determina il risultato il 50% delle volte e le Vespe di Castellamare ne hanno avuto troppa domenica sera. “La regola n.1 nello sport e nella vita è saper perdere” disse Pelè. Come dire: la sconfitta se accettata e digerita è un ottimo carburante per vincere. Il mister Longo non è un fesso: saprà studiare l’accaduto e mettere in pratica, prima possibile, ciò che ha imparato. Sarà felice lui, saranno felici i tifosi. Il Bari, in questa nuova veste, ha di buono che non annoia più come negli anni passati; quest’anno in ogni partita si stanno vivendo emozioni positive o negative, gioie e delusioni che si possono ricordare, commentare, rivivere con gli amici fidati (e senza falsi pregiudizi).
Cosa bisognerebbe migliorare? Ogni singola persona ha una sua soluzione, ma l’unico a individuare la più efficace organizzazione tattica e a estrarre da ogni giocatore il meglio possibile sarà il Mister (il quale a sua volta ha bisogno di uno che gli alleni la mente). Con gli occhi di uno spettatore drogato dalla poltrona possiamo dire che il Bari fà ancora poco pressing, i centrocampisti hanno un’andatura da processione religiosa e i difensori spesso invece di progredire, regrediscono verso il portiere; perciò si schiantano tristemente contro il muro della tifoseria, non per la loro velocità, ma per la loro lentezza.
Infine, un doppio giudizio estetico: il ragazzo più bello in campo al San Nicola era il centrocampista Giuseppe Leone della Juve Stabia. Il più elegante nella corsa il difensore Nosa Edward Obaretin del Bari.