PERCHÉ SIAMO COSÌ ANTIAMERICANI (Parte 2)

di Giulio Loiacono

Eh lo so, direte voi, questa filippica ha da essere pure lunga!

La mia non è vuota albagia di chi vuole cercare lo scontro, ma è più una voglia di sfogare il proprio rammarico, se non la propria rabbia: è mai possibile che gli italiani hanno visto dimezzare, in un anno esatto di guerra, il supporto all’Ucraina dal 60 al 32%?

Può solo bastare la paura di rimanere “senza calorifero acceso” o “senza condizionatore”, come un precedente Primo Ministro ebbe a sottolineare quale principale paura degli italiani? O non basta quella stracciona di vedersi invadere da profughi ucraini (?), ovvero la atavica codardia nostrana di fronte alla faccia feroce e veritiera di una guerra?

Può bastare tutto questo a giustificare questo diuturno atteggiamento? No, non basta. Questa è la guerra della NATO. Questa è la guerra dell’America! Sono gli americani che la vogliono. Per distruggere l’Europa. Per asservirla! Beh, l’Europa non esiste. Assomiglia a quel regno fantastico in cui ognuno sogna di essere. Un regno irenico fatto di nulla ed in cui ci si accapiglia per ragioni ragionieristiche o da mezze maniche. Ci siamo costruiti un racconto, quasi un fiato del Drago da Excalibur di John Boorman, una nebbia ipnotica in cui il superfluo è divenuto essenziale, la forma pura sostanza, la battaglia si fa verbale a chi spara il più grosso ghirigoro. Il mondo non ci guarda più. Tuttavia ci vuole. Sa e crede che noi siamo il ventre molle del Mondo. Noi abbiamo dato l’illusione all’autocrate dei due continenti che nulla avremmo fatto; noi abbiamo suggerito al mandarino di comprarci al mercato delle pulci. Ebbene, l’Europa è tenuta insieme da chi non ci sta più. L’anglosfera detta la nostra agenda. Perché ci guarda da lontano. A tutti coloro che invocano il Mare Nostrum e la Pax Augustea ricordiamo che alle mollezze triclinie alla Petronio Arbitro, cesaree e ciceroniane, costoro misero mano alla daga se necessario. La grandezza delle idee va posta accanto al bastone churchlliano da far vedere.

Chi parla di Stati Uniti germanici ha sicuramente ragione e quel carattere decisamente poco incline alla trattativa e che pone mano alla violenza a noi italiani ripugna. Ebbene, vi dico, e con ciò rimando a precedenti spunti e riflessioni americane, che gli USA stanno perdendo quella tenacia germanica per avviarsi su un lento crinale latino, ma attenzione a considerare perso il carattere teutonico dell’americano medio. Si farebbe un grande errore.

In conclusione, essendo nati da due pianeti diversi, italiani ed americani mai si incontreranno e si guarderanno con malcelata simpatia. Chi ci vedrà come un paradiso perduto fatto di macchiette e noi vedremo loro come un coacervo di involuti affaristi dediti alla predazione imbecille, i nuovi barbari calati dalle lontane sponde per depredare la nostra millenaria identità.

Non c’è identità culturale, non c’è conoscenza di quanto l’Italia sia presente nella iconografia statunitense e di quanto timide voci italiche si levarono a vedere gli USA come una superpotenza culturale, da cui nasce il destino-ormai sofferto, credetemi-di reggitori del mondo.

Una risposta a “PERCHÉ SIAMO COSÌ ANTIAMERICANI (Parte 2)”

  1. Mai visti gli americani come “un coacervo di involuti affaristi dediti alla predazione imbecille, i nuovi barbari calati dalle lontane sponde per depredare la nostra millenaria identità”. Ma io sono una settentrionale alla vecchia maniera, che non è stata toccata dalla perniciosa meridionalizzazione del Nord. Piuttosto, la nostra eredità levantina millenaria la vedo come un fardello da dare in pasto non ai cani (che, poverini, non meritano di essere avvelenati), bensì ai batterî decompositori della storia. Evviva la chiarezza nei principî, nelle regole, negli accordi e nelle consegunze.

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