Estate e martedì
Due cose che, per la stragrande maggioranza di chi ha almeno 30 anni, fanno pensare, se accostate, ad una sola cosa: il Festivalbar. La storica kermesse musicale, nata nel 1964 e conclusasi nel 2007, caratterizzò, per ben 43 anni, le estati italiane, trasmettendo su Italia 1, dalle principali piazze italiane, i più grandi successi nazionali ed internazionali. Un appuntamento settimanale fisso, imperdibile per molti. Ma non per tutti. C’era, infatti, chi non vedeva l’ora che l’ultimo cantante finisse la sua esibizione per godersi un altro appuntamento. Quello con il terrore. Concluso il Festivalbar, sullo stesso canale, iniziava infatti Notte Horror, rassegna cinematografica dedicata, appunto, all’orrore.
Un appuntamento che aveva un vasto seguito di spettatori
Appassionati e cultori del genere o adolescenti incuriositi che sfidavano i sistemi di classificazione che etichettavano quelle pellicole come “film destinati ad un pubblico adulto”.
Notte Horror nacque nel ’91. Anche se, in realtà, il vero anno di nascita fu l’89, quando ad annunciare l’appuntamento con demoni, fantasmi, mostri, non morti era lo zio Tibia, pupazzo di un anziano morto vivente, dal volto decomposto, nato dal fumetto statunitense Creepy, arrivato in Italia come “Zio Tibia”. Il simpatico zombie, con ironia e umore nero, introduceva il film ogni sabato sera. All’epoca non si chiamava ancora Notte Horror, ma, appunto, Zio Tibia Picture Show.
L’anno successivo la rassegna fu anticipata al venerdì e il nome fu cambiato in “Venerdì con zio Tibia”. Fu dal ’91 che, licenziato il pupazzo, il format cambiò nome e giorno di programmazione. Dal venerdì si passò al martedì e nacque, quindi, Notte Horror.
Calate le tenebre, a partire dalla seconda serata (per alcuni anni ci fu anche il doppio appuntamento, fino alle 3), la rete Mediaset alternava classici della cinematografia horror degli anni ’70 o ’80, dei più grandi maestri dell’orrore, a nuove (per l’epoca) opere, qualche volta molto deludenti. La rassegna era annunciata da una sigla che, ancora oggi, è indelebile nella memoria di quelli che, all’epoca, erano gli spettatori.
I meriti di Notte Horror
Non fu un semplice appuntamento settimanale estivo con un genere cinematografico. Notte Horror ha sdoganato un tipo di film che prima di allora, in Italia, era più di nicchia. E ha segnato una generazione. Specialmente quella che è nata negli anni ’80 e che nei ’90 era nel pieno della sua adolescenza. Ha fatto conoscere a tanti un genere amato, odiato, spesso sottovalutato e non compreso, di frequente ridicolizzato da un mercato cinematografico non sempre attento alla qualità.
Ha reso noti a tanti ragazzi italiani i capolavori di maestri come John Carpenter, (“La cosa”, “Il seme della follia”, “Villaggio dei dannati”). O i tanti film partoriti dai romanzi di Stephen King, come “La metà oscura”, “Brivido”, “I delitti del gatto nero”.
Horror di tutti i tipi
Ha mostrato tanti sottogeneri dell’horror, come quello fantascientifico, gli slasher, gli zombie-movie o come quei film che, alla violenza e alla suspence tipiche di quel tipo di cinema, univano altri elementi più grotteschi, a tratti comici, come, ad esempio, la saga di “Evil Dead” di Sam Raimi (arrivata in Italia con un generico “La casa”) o come i primi film del neozelandese Peter Jackson (su tutti “Splatters – Gli schizzacervelli”, orribile trasposizione italiana del titolo originale “Braindead“).
Ha fatto conoscere spaventosi personaggi come Jason Voorhees, sfortunato bambino deforme, morto annegato e ritornato in vita per massacrare chiunque, con una predilezione per gli adolescenti. Come Michael Myers, psicopatico immortale ossessionato dall’idea di sterminare la propria famiglia. O come Freddy Krueger, bidello pedofilo che, attraverso il mondo dei sogni, perseguita i figli di coloro che lo uccisero dandogli fuoco.
Notte horror ha anche avuto il merito di aver dato spazio, talvolta, anche all’horror italiano, trasmettendo ottimi esempi come “E ti vivrai nel terrore – L’aldilà”, “La Chiesa”, oppure filoni più di nicchia e meno amati, come i cannibal movie.
Talvolta, però, Notte Horror ha avuto anche il demerito di aver trasmesso film orribili, che avrebbero tanto meritato il dimenticatoio.
Per citarne qualcuno, “Hemoglobin” o “Dellamorte Dellamore”, film di Michele Soavi, ispirato indegnamente al fumetto di Dylan Dog. O, ancora, “La sindrome di Stendhal”, uno dei punti più bassi raggiunti da Dario Argento, da quando, dagli anni ’90, iniziò la sua inesorabile caduta libera.
Notte Horror durò fino al 2009, per poi sparire dalla programmazione estiva degli anni successivi. Qualche edizione sporadica, negli anni, tra il 2017 e il 2018. È tornata alla carica quest’anno, con buoni film come “A quiet place” o “The nun”.
Ma, ormai, non è più lo stesso e non c’è più la stessa attesa.
I tempi sono cambiati. Negli anni ’90, internet era agli esordi, non era presente in tutte le case e, comunque, con le connessioni dell’epoca, vedere un film sul web era inimmaginabile. Il martedì notte era atteso perché le opportunità per vedere quei film non erano così tante. Oggi, con le nuove piattaforme come Netflix, Prime Video, RaiPlay, YouTube e chi più ne ha più ne metta, non è più necessario aspettare una settimana per vedere un film horror o di qualsiasi altro genere.