di Ersilia Cacace
“Chi assiste ad un concerto, un recital, una mostra, uno spettacolo teatrale, esprime una sorta di “voto”, socialmente rilevante. Perché sceglie l’ascolto, il dialogo tra cuori, l’armonia di un incontro a mente e cuore aperti ed esercita una consapevolezza di sé e un’accoglienza del “mondo intorno”, quella che porta all’equilibrio e quindi alla “auto-governabilità” di ciascun individuo.”
A esprimere questo concetto è il musicista e cantautore Marco Laccone, molto attivo nel panorama culturale pugliese, infatti oltre a esercitare la sua attività di insegnante di chitarra classica, è autore e presentatore della trasmissione “IL MUSILIBRO” su Radio Dee Jay Team Web. A chi incuriosito gli chiede il significato, cos’è il Musilibro, con un sorriso risponde che è un “animale onirico, metà libro e metà chitarra, che si muove alla velocità dei vostri sogni”.
Marco Laccone, “Niente di Strano” è il suo nuovo CD. Ci parli di questo nuovo lavoro.
Niente Di Strano è il mio quinto album musicale, il terzo con canzoni originali. Anche se è disponibile sul web come playlist, la “matrice” per me è l’oggetto-cd con la confezione che contiene disegni, immagini e testi delle canzoni. Infatti, penso che la musica sia fatta, oltre che di ascolto, di mani che aprono e sfogliano, di occhi, cuore e mente che accolgono immagini, parole ed emozioni.
Il genere potrei definirlo “cantautorale”, per me significa grossomodo che le parole hanno la stessa importanza della musica. Però non sempre è così, ad esempio “Il Fiume Sommerso” è un brano strumentale per chitarre.
“Niente Di Strano” è anche una canzone del cd, in cui canto: “Che cosa c’è di strano? Non ho un contratto per poter guardare lontano…”. Nel cd puoi trovare riferimenti (a volte nascosti) alla precarietà, ai falsi sorrisi, alle futilità, ai disvalori spacciati per confort e benessere… Ma anche la risposta a tutto questo, “un fuoco che riscalda e fa restare insieme, svegli, fino all’alba”.
Così, dopo una “grande nuit” che finisce con uno sguardo di solitudine (Luci Di Strass), dopo gli “abbagli” in amore e non solo (in Un’Altra Notte In Città la “sala di lupi affamati e cani idrofobi dai gesti sguaiati” ricorda anche un modo di atteggiarsi in politica); dopo la paura di diventare fantasmi che marciano verso qualche guerra, senza più coscienza né paura (Spettri)… Ci può essere ancora e sempre spazio per un gesto d’amore, per un dialogo tra cuori “nel silenzio che ora infrange il muro delle parole” (Gli Occhi E La Luna). Per poter “accartocciare il tempo” (Gli Occhi E La Luna) e “vivere ogni bacio come in un lungo addio” (Dovunque Per Sempre) “con le mani giù nella carne e il cuore aggrappato al cielo” (Gli Occhi E La Luna). Perché anche “lungo i sentieri che si biforcano, tra le memorie che si confondono… Non sarà inverno dentro gli occhi di noi due (Frammenti).
Insomma, l’accoglienza, la condivisione, l’ascolto servono a farci “sentire la musica”, ma servono anche a farci “sentire la vita”.
Questa non è altro che una possibile interpretazione di una parte di “Niente Di Strano”. In più, vale solo per me e per l’oggi, chiunque può trovare magari di più e altro. Del resto, le spiegazioni sulla musica servono solo… quando non c’è musica! Perché la musica arriva al cuore e al cuore non occorrono troppe spiegazioni. La musica è un “volo condiviso”… E chi vola non ha bisogno di sapere come sono fatte le ali.
Qui trovate la pagina per scaricare il cd-audio con tutte le canzoni e la grafica di copertina:
http://empateya.it/product-category/cd/
potete trovare le canzoni sulle maggiori piattaforme web, Amazon e su:
https://music.apple.com/us/album/niente-di-strano/1481084789