di Francesco Monteleone
Il 19 luglio 64 d.C. Nerone era ad Anzio; da una settimana era sfuggito alla canicola di Roma per rinfrescarsi in riva al mare. Quella mattina, alla prim’ora, un corriere corse a dirgli che la capitale stava bruciando.
L’imperatore fece sellare i cavalli e in 4 ore riuscì a coprire i 50 km di strada.
A mezzogiorno si trovò di fronte uno spettacolo spaventoso.
L’incendio era iniziato dal Circo Massimo, violentissimo, e stava distruggendo la città senza che nessuno potesse salvarsi.
Roma era abitati da una popolazione di circa 1 milione e trecentomila abitanti, sistemati in ammassamenti di case di poverissima fattura.
Il secondo giorno l’incendio fu domato da uomini molto coraggiosi, ma il terzo giorno, misteriosamente, riprese da più parti e continuò a mangiarsi Roma fino al settimo giorno.
Per tutto il tempo Nerone non si allontanò mai dal terribile braciere. Il fuoco dal Circo Massimo aggredì il vicino colle Palatino, distruggendo le residenze imperiali: (scomparve interamente l’antica dimora di Augusto), poi colpì il Forum e tutto il centro cittadino.
Nerone vide il suo palazzo in fiamme; ordinò di salvare gli oggetti d’arte e permise agli scampati di rifugiarsi nei suoi giardini, dove fece costruire baracche provvisorie. Si salvò il Campidoglio, semplicemente perché situato su una rupe scoscesa. Nel disastro si persero centinaia d’opere d’arte importate dalla Grecia e dai paesi ellenici.
L’incendio fu doloso? Furono i cristiani? Nel 64 i seguaci di Gesù sembravano un’insignificante setta ebraica, non erano superiori alle 3.000 unità. Furono arrestati, condannati, decapitati e crocefissi 4-500 individui (esclusi vecchi, donne, bambini, malati)
Furono colpevoli gli ebrei? Il popolo di re David e Salomone erano odiato dai romani per motivi razziali (non certamente religiosi. A Roma si praticavano tutti i culti in pieno giorno, liberamente). Nessuno potè accusarli, ma essi pagarono duramente, perchél’incendio scatenò un feroce antisemitismo e Nerone permise una strage di ebrei.
Fu l’imperatore a incendiare Roma? L’accusa ha le caratteristiche di una enorme fake news messa in circolazione dagli storici Plinio e Svetonio che erano alti funzionari della dinastia flavia, dichiaratamente antineroniana. (Tacito, molto più correttamente, non indicò mai la causa dell’incendio).
Noi siamo innocentisti. Perché un sovrano dovrebbe ordinare la distruzione della sua capitale, senza nessun motivo?
Nerone era colto, molto colto, aveva avuto Seneca come maestro. Non avrebbe avuto il coraggio di distruggere monumenti meravigliosi e templi antichi.
L’imperatore era un piromane? I crimonologi dicono che piromani e cleptomani ripetono i loro atti, Nerone non ordinò mai altri incendi.
Voleva rifare Roma, che gli sembrava vecchia e brutta? Forse sì. Ma per ricostruirla avrebbe potuto usare il suo immenso potere. Dal 19 al 26 luglio del 64 d.C. in due incendi distinti, furono distrutti soprattutto i quartieri residenziali del centro città; le squallide case del popolino, i quartieri più malfatti, le miserrime periferie si salvarono dalla distruzione.
Insomma, Nerone che canta i celebri versi dell’Iliade contemplando l’incendio di Roma da una terrazza o una torre è una bufala, un’enorme bufala.
Roma fu distrutta da un incendio accidentale. Le case erano di legno, le strade strette e anguste, nelle botteghe luride gestite da commercianti orientali a fianco del Circo Massimo i recipienti erano vicinissimi ai bracieri.
Forse il secondo incendio fu un atto criminale voluto dai saccheggiatori o da schiavi che volevano vendicarsi. Non lo sapremo mai. Ci rimane il dolore per un’indimenticabile tragedia che ogni metà luglio ci ritorna in mente, a noi che amiamo la storia di Roma,quella vittoriosa e quella tragica studiata nei licei.