di Giulio Loiacono
È il 1942: il mondo è da tempo precipitato nella follia della guerra, che è guerra totale, è sfida di popoli ed a questi, principalmente se si tratta delle popolazioni civili, è richiesto un sacrificio quasi inumano.
E grazie alla forza che ci si aspetta di non avere e che si scopre all’improvviso nascere dalla ultima risorsa dell’uomo, cioè dalla disperazione, che,talvolta, si può emergere. Come sul fronte orientale europeo, nei pressi di Stalingrado, mangiando topi e succhiando ghiaccio misto a sangue, i sovietici fermarono Von Paulus e fecero precipitare nel delirio della follia rabbiosa il mentecatto di Berlino. Così, dalla altra parte del continente asiatico e nell’Oceano che non ci bagna come Europa e che conosciamo meno, statunitensi e giapponesi, a metà strada esatta tra le due sponde del Pacifico settentrionale ( Mid-way, appunto) si affrontarono con tutto quello che era a loro disposizione, non ultimo il cuore e l’orgoglio, benzine di salvezza del genere umano. Noi sappiamo come andò a finire, in quel 1942.
Questo fumettone in salsa Star Wars, in cui i vecchi aerosiluranti imbarcati americani sembrano X-Wings interstellari e i Mc Cluskey o Best di turno sembrano i nuovi Luke Skywalker e Han Solo, quasi invulnerabili ai miliardi di proietti scagliati contro di loro, sono però davvero esistiti. Col dettaglio che, se non ci fossero stati loro, noi avremmo vissuto sotto un folle razzista dai buffi baffetti o, dove vi parlo io, magari sotto qualche rozzone armato di Katanà.
In questo caso, non credo vi sareste goduti questo discreto, quanto zeppo di effetti speciali, pellicolone dell’ultimo scorcio del 2019.
Da vedere con un misto di riflessione e spensieratezza.