di Dino Cassone
Vedere i film di Gianni Di Gregorio è un toccasana per l’anima. Sin dal suo esordio sul grande schermo con Pranzo di ferragosto, seguito da Gianni e le donne e Buoni a nulla, l’attore, sceneggiatore e regista romano ha creato un suo piccolo e originale marchio di fabbrica: raccontare storie minimaliste popolari, “da quartiere”, attraverso le fragili esistenze di personaggi genuini e nostalgici. Senza pretese né effetti speciali.
Non fa eccezione nemmeno il suo ultimo film Lontano lontano, che nonostante sia denso di un sentimento nostalgico, disarma lo spettatore e lo inonda di una tranquillità rappacificante.
Vale la pena di “correre al cinema” (con la mascherina) – dubitiamo dove e se si possa ancora recuperare – o di vederlo comodamente dal divano di casa su Rai Play, per recuperare questo gioiellino.
Per la storia dolcissima che racconta – tre settantenni di Roma, creati così differentemente dal Creatore e poi raggruppati, che ciascuno alle prese con le proprie difficoltà economiche giornaliere, escogitano di costruirsi una nuova vita in un posto tanto lontano quanto economicamente favorevole: le Azzorre – e per la sublime recitazione di un cast di vecchie guardie come Giorgio Colangeli, Roberto Herlitzcha, lo stesso Di Gregorio (autore anche del soggetto e coautore della sceneggiatura, tratti dal suo racconto Poracciamente vivere), ed Ennio Fantastichini, qui nella sua ultima preziosa e commovente interpretazione.
Scoprirete, insieme ai protagonisti, che spesso godersi la semplicità delle piccole cose è la migliore delle fughe.