di Ermanno Testa
Il cinema, oltre che essere una forma diffusa di spettacolo e un formidabile veicolo di cultura, può rivelarsi un utile strumento educativo. Non dissimile dalle opere letterarie, esso regala evasione, piacere, conforto, soddisfazione, conoscenza, riflessione, ricalcandone pressoché tutti i generi, non esclusi i fumetti: biografico, di costume, storico, psicologico, fantastico, avventuroso, horror, poliziesco, politico, sociale, giallo, epistolare, erotico, di guerra, di spionaggio, western, comico umoristico ecc.
Tuttavia diverse sono le caratteristiche e di conseguenza diversa ne è la fruizione: la lettura del romanzo, per breve che esso sia, richiede del tempo e non necessariamente in modo continuato; il film invece non si interrompe anche perché nella compattezza temporale del racconto e nella sua conclusione a breve consiste buona parte della sua godibilità che invece nel romanzo è dovuta a una fruibilità diluita nel tempo consentendo una lettura riflessiva. L’impianto del romanzo è analitico attraverso la descrizione di vicende, personaggi, ambienti rispetto a cui il lettore diviene parte attiva ricreandoli nel proprio immaginario. Vicende, personaggi, ambienti che invece il film offre all’istante in forma sintetica, ad uno spettatore al momento molto poco riflessivo rispetto ad un immaginario già costruito da altri attraverso le immagini e il sonoro. Una diversità di funzione che si evidenzia in particolare quando lo spettatore assiste alla trasposizione filmica di un romanzo che ha già letto e può così mettere a confronto il proprio immaginario con quello dell’autore del film. Nel film, in particolare, hanno ruoli decisivi il sonoro e il montaggio. Il primo per modulare e accentuare i molteplici effetti emozionali della storia narrata. Il secondo perché nell’accostare e intrecciare per tempi brevi, in una dimensione di contemporaneità, diversi piani sequenza con una concentrazione di particolari e di punti di vista, offre allo spettatore, stimolato da tale complessità, una lettura soddisfacente del racconto. Il romanzo si avvale della sola lingua scritta, nel film coesistono e si integrano più linguaggi: visivo, sonoro, musicale, verbale; questo ultimo, in genere, dialogico, distinguibile per tono e stile da personaggio a personaggio e con maggiore propensione alla coralità. Infine, mentre il libro di narrativa nasce dall’ispirazione di un solo autore, lo scrittore, il film è opera collettiva con la messa in campo di più competenze anche se la sua realizzazione è affidata al ruolo del regista che lo modella a suo piacimento.
Dunque, pressoché tutte le caratteristiche specifiche del film nel campo del linguaggio visivo, musicale, narrativo, simbolico, si prestano a possibili finalità educative. Non meno interessante è l’analisi delle soluzioni tecniche adottate per la sua realizzazione e del nesso tra queste e gli esiti artistici del film: per esempio, sicuramente educativo sul piano dell’atteggiamento mentale, è lo studio dell’effetto derivante dalla molteplicità dei punti di vista, cioè dei diversi posizionamenti, sequenza per sequenza, della cinepresa, metafora non banale di una cultura dialogica.
Naturalmente il film, analogamente all’opera letteraria, si presta alla valutazione critica del/i suo/i significato/i e del suo valore artistico, anche se con considerazioni aggiuntive in base ai diversi apporti alla sua realizzazione: fotografia, recitazione, luci, commento sonoro, montaggio ecc. Più in generale, analogamente all’opera letteraria, anche l’opera cinematografica si presta all’analisi testuale circa il suo contenuto ideologico (fabula) e l’intreccio narrativo (intreccio), particolarmente significativa se condotta alla luce del contesto storico culturale in cui l’opera nasce. I film sono particolarmente adatti a dare il senso di certi contesti storici o sociali pur senza necessariamente rappresentarli. Un film di fantascienza come “La guerra dei mondi” degli anni cinquanta, ci testimonia, con un orientamento inequivocabile, del maccartismo e della guerra fredda; un film degli stessi anni come “Spartacus”, pur ambientato nell’antica Roma, riporta al tema allora assai dibattuto della lotta di classe. Più banalmente, ma non meno importante sul piano educativo, il film, in quanto rappresentazione in forma realistica di personaggi, vicende, ambienti lontani, ricostruiti scenicamente, può stimolare quell’immaginazione utile a ordinare idealmente nella dimensione più approssimata alla realtà, personaggi e vicende lontane nel tempo e nello spazio, soprattutto nelle rappresentazioni di ambiente. In questo tracciato è particolarmente importante la funzione del cinema come memoria della storia recente che è all’origine della nostra democrazia.
Dunque, così tante potenzialità educative inducono a pensare non solo come fattibile ma opportuno il contributo del cinema nel percorso di istruzione ai diversi livelli scolastici, senza per questo dover ignorare la sua doppia natura di prodotto culturale e commerciale. Al contrario, la natura di bene non solo culturale ma voluttuario dei film, impone di considerare l’effetto negativo che sulla loro qualità può avere una domanda scadente da parte di un pubblico poco esigente, problema che, seppur con minore impatto, riguarda anche la produzione libraria. Il cinema, come la letteratura, è un grande veicolo culturale: perciò contribuire per tempo a far crescere con una discreta appropriata azione educativa la capacità di usufruirne con sensibilità e competenza, può configurarsi come un modo indiretto ma concreto di stimolarne la qualità e in tal modo contribuire alla crescita culturale della società.