di Carmela Moretti
Alla fine di una celebrazione da lui presieduta nella parrocchia di Mariotto, abbiamo avuto l’occasione di incontrare l’Arcivescovo della Diocesi di Bari-Bitonto Francesco Cacucci, il quale ci ha confermato le sue frequentazioni extra-liturgiche.
Quando può e di solito al termine dell’ultima Santa Messa, Sua Eccellenza si introduce, in incognito, nelle sale cinematografiche di Bari e provincia. Ed è così fortemente innamorato della settima arte che le ha scritto un libro, da leggere obbligatoriamente.
Monsignore, dicono che Lei sia un appassionato di cinema e che frequenta il Piccolo di Santo Spirito, gestito da don Peppino.
Mi interesso al cinema da una vita e seguo anche gli ultimi prodotti cinematografici. Ma non frequento solo il Piccolo, mi capita di andare anche in altre sale.
Qual è stato l’ultimo film che ha visto?
La versione restaurata di “Otto e mezzo” di Fellini, che hanno proiettato allo Showville. Per me è stata un’emozione incredibile rivedere un film che ha accompagnato la mia vita.
Ha visto, per esempio, “Molière in bicicletta”?
No. Mi sarebbe piaciuto, ma è stato in programmazione in questo periodo festivo ed io sono stato molto impegnato. Per il cinema, mi ritaglio un po’ di tempo tra celebrazioni e visite pastorali. Vedo quello che posso.
Film e chiese, un binomio che può essere interessante?
Certo, io mi auguro che il cinema sia un settore in continuo sviluppo e che abbia un ruolo fondamentale nella vita aggregativa all’interno delle parrocchie, come è accaduto nel Dopoguerra. In questa società, c’è una grande necessità di educazione all’immagine.
Una curiosità che pochi sanno e di cui vuole farci partecipi …
Ho scritto un libro sulla figura del prete nel cinema, che poi le passerò.
(intervista del 2014)