LA STORIA D’AMORE PIÙ COMMOVENTE DELL’ARTE ITALIANA

di Francesco Monteleone

Questo ritratto è di Giuliano de’ Medici, ucciso a coltellate da Bernardo Bandini nella Congiura dei Pazzi il 26 aprile 1478, a Firenze. È una tempera su tavola dipinta da Sandro Botticelli ed esposta a Bergamo, in una sala dell’Accademia Carrara, un posto certamente da visitare.

Giuliano, fratello minore di Lorenzo il Magnifico, aveva 25 anni quando gli fu tolta la vita con una violenza inaudita, in Santa Maria del Fiore. Dio prese solo lui. Lorenzo dei Medici sfuggì ai colpi del suo sicario (un amico gli fece da scudo) e immediatamente si vendicò ferocemente con i mandatari e gli assassini; i Pazzi e tutti i delinquenti da loro assoldati ebbero una mala morte. Negli anni successivi, lo abbiamo studiato a scuola, Lorenzo dei Medici fece di Firenze la capitale dei Rinascimento italiano.

Ma noi vogliamo raccontare un’altra storia…

Simonetta Cattaneo nacque a Genova all’inizio del 1453. La sua smisurata bellezza bruciava più del sole e pesava meno del vuoto; a sedici anni sposò Marco Vespucci, stabilendosi a Firenze. Il bene che ricevette nella nuova terra, disgraziatamente fu rimpicciolito in un soffio di vita, ma bastò a far diventare Simonetta Vespucci la nobildonna italiana più famosa del Rinascimento italiano. Il nome vi ha disorientati? State sereni, tra un minuto riconoscerete e omaggerete la ragazza con lo stesso nostro valore.

Simonetta ha le vesti della dea della Bellezza nella “Nascita di Venere”, la tempera su tela di lino conservata agli Uffizi che eccita l’anima di chiunque si mette di fronte ad ammirarla.

Simonetta è anche Flora, la meravigliosa creatura figlia del vento Zefiro e della ninfa Cloris, nell’”Allegoria della Primavera”, la famosissima tempera su tavola anch’essa esposta nel museo fiorentino.

Entrambi i capolavori sono del Botticelli che si invaghì della Vespucci e la disincarnò in due visioni assolute dell’arte italiana. Simonetta, ispirò la creatività di tanti artisti, pittori e poeti, ma nessuno la rese così incantevole come il Botticelli, che non si vergognò di amarla affannosamente e senza risultato. La grazia della giovane dama se la divisero tutti i fiorentini, ma l’uomo che riuscì a impadronirsene fu Giuliano, il quale diventò suo amante.  A noi rimane il mistero: perché la Natura concede a pochissime creature le sembianze di un angelo e poi le soffoca sotto terra? Perché le donne straordinariamente belle come Marilyn Monroe, Grace Kelly, Jayne Mansfield, Amy Winehouse sono degne di morire quando non sono ancora ‘degne’ di morire? Simonetta fu distrutta dalla tisi o dalla peste a ventitré anni (era il 26 aprile 1476), due anni prima dell’assassinio di Giuliano.

 Botticelli, pittore ufficiale della famiglia dei Medici e amico fraterno di Giuliano portò il dolore delle due perdite sempre con sé. Il grandissimo pittore, ormai anziano e quasi inattivo, trascorse gli ultimi anni di vita isolato e in povertà, morendo il 17 maggio 1510. Sandro non smise mai di idealizzare Simonetta. La dipinse anche dopo la sua scomparsa e, per avere eterna felicità, chiese di essere sepolto ai suoi piedi; e cosi fu. La tomba del pittore, infatti, si trova nella Chiesa di Ognissanti a Firenze, nella cappella patronata dalla famiglia Vespucci. Lì, Botticelli giace ai piedi della sua immensa e sfortunatissima modella. Giuliano non poté scegliere; riposa nelle splendide cappelle medicee di San Lorenzo, disegnate e arredate da Michelangelo, ma è più lontano dall’unica donna che amò per poco e per sempre.

E ora diteci: conoscete una tragedia erotica più forte di questa?

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