Il lunedì con la medicina. CHI È FELICE SOFFRE MENO DI MAL DI PANCIA

di Giacomo Losavio, neurologo e neurofisiologo clinico 

Il buon umore è un antidoto per il mal di pancia e per l’infiammazione del tratto digerente.

Una ricerca del King’s College di Londra rivela che gli interventi che migliorano l’umore possono ridurre del 18% i livelli di infiammazione nelle malattie infiammatorie intestinali (Ibd). Secondo quanto riferito sulla rivista eBioMedicine, sono quindi utili sia la psicoterapia sia l’esercizio fisico, risultati associati a riduzioni significative dei livelli di infiammazione nelle persone colpite da malattia infiammatoria intestinale.

La ricerca indica che le terapie per il miglioramento dell’umore possono rappresentare un trattamento alternativo per la malattia intestinale, efficace ed a basso costo. L’IBD, che comprende la malattia di Crohn e la colite ulcerosa, è una condizione autoimmune cronica che causa infiammazione del tratto digerente, con conseguenti dolori addominali, diarrea, affaticamento, incontinenza e altri sintomi debilitanti. I ricercatori hanno effettuato una ricerca su oltre 15.000 articoli, cercando tutti gli studi controllati randomizzati negli adulti con IBD che misuravano i livelli di infiammazione e testavano un intervento sull’umore (ad esempio, interventi per ridurre la depressione, l’ansia, lo stress e il disagio, o migliorare il benessere emotivo). Hanno analizzato i dati relativi a oltre 1.700 partecipanti e così hanno scoperto che le terapie psicologiche riducono notevolmente l’infiammazione nell’IBD. Gli interventi che avevano un effetto più positivo sull’umore avevano un maggiore impatto sulla riduzione dell’infiammazione.

Lo studio suggerisce che miglioramenti nell’umore possono influenzare le malattie fisiche attraverso la modulazione del sistema immunitario

I sentimenti legati allo stress possono aumentare l’infiammazione e i risultati suggeriscono che migliorando l’umore possiamo ridurre questo tipo di infiammazione. Ciò si aggiunge all’ampio corpo di ricerca che dimostra il ruolo dell’infiammazione nella salute mentale e suggerisce che gli interventi finalizzati al miglioramento dell’umore potrebbero avere anche effetti fisici diretti sui livelli di infiammazione.

 

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