MIRACOLO COVID: È IL VIRUS DELLA SAGGEZZA PER GLI ADOLESCENTI

di Carmela Moretti
Ce lo stiamo chiedendo tutti, in questi giorni di isolamento forzato a causa del Covid: cosa cambierà in noi? E cosa cambierà nel mondo?
Noi adulti siamo scettici, per lo più. Scrolliamo le spalle e ci diciamo senza mezze misure che non cambierà molto e se qualcosa di diverso accadrà, sarà per poco tempo. Poi si tornerà alle nostre vite di sempre, al consumismo sfrenato, allo sfruttamento delle risorse e della natura, alla corsa contro il tempo, alla fede cieca nel dio denaro.
Più ottimisti sono, invece, gli adolescenti, che in questi mesi di pandemia hanno avuto modo di ascoltarsi e riscoprire la bellezza di trascorrere più tempo con la famiglia (che per questa fascia d’età diventa occasione di scontri accesi, più che di confronto), il valore di certe amicizie, addirittura l’importanza della scuola e dei momenti condivisi – in presenza, e non dietro lo schermo di un dispositivo tecnologico – con i compagni e con gli insegnanti.
A un gruppetto di ragazzi di 13 anni abbiamo chiesto: “Pensate che tutto ciò che stiamo vivendo in questo periodo possa aiutare noi e la nostra società a riscoprire valori fino a questo momento quasi dimenticati? O, appena ci sarà la ripresa, tutto tornerà come prima, tra prepotenza, invidie, consumismo sfrenato, ricerca del lusso?”.

 Tommaso: Io credo che una pandemia di tale portata storica debba lasciare per forza una traccia dentro ognuno di noi. Rimanendo segregati in casa abbiamo riscoperto l’importanza della famiglia, la fortuna di avere degli amici. Abbiamo anche capito quanto siamo fortunati ad aver la possibilità di andare a scuola, perché se lo chiediamo a qualsiasi ragazzo della nostra età, dirà che gli manca andare a scuola…Credo anche che questa situazione abbia dato consapevolezza a tutti circa il ruolo sociale di alcune categorie, abbiamo capito quanto siano sforniti i nostri ospedali, ma abbiamo scoperto la forza di volontà di medici infermieri e poliziotti, che sono gli eroi del momento.

Davide: Spero vivamente che finita questa pandemia, la gente cambi, riscopra le piccole cose che in questo periodo non ha potuto fare e che le valorizzi, perché sono proprio queste che fanno la differenza. Questa emergenza fa proprio capire ad ognuno di noi che cosa conta veramente. In questo periodo si riscopre il vero valore della famiglia, si capisce quale amico tiene veramente a noi e ci chiama spesso e quello che ci ha già dimenticato. Bene, ognuno di noi dovrebbe farsi delle domande e finita questa quarantena dovrebbe uscire sapendo che cosa vuole veramente e che cosa conta. So che ognuno ha qualcosa da migliorare e che se vuole può farlo. D’altronde basta crederci.

Greta: A tutti manca uscire con gli amici, andare al centro commerciale, a molti manca persino andare al lavoro o a scuola, tutti si stanno accorgendo di quanto queste piccole cose possano diventare grandi quando non ci sono più, dopo questa quarantena nessuno le darà più per scontate, ma, ahimè, temo che sarà soltanto una fase. Le persone dimenticano troppo facilmente, forse per i primi 2/3 mesi saranno tutti più felici, più generosi e più motivati a vivere la propria vita appieno, ma dopo questa “fase” le persone torneranno ad essere le stesse di prima e il coronavirus sarà soltanto un altro capitolo che le generazioni future studieranno sui libri di storia.

Eleonora: Ci voleva questa situazione per farci capire quanto sono importanti le piccole cose a cui non davamo importanza e che, invece, adesso riteniamo fondamentali. Io spero che quando torneremo ad uscire non saremo più cattivi come prima, ma che troveremo sempre il modo di dedicare tempo alle persone che ci circondano e non solo a ciò che può giocare solo a nostro favore, basta crederci. Personalmente, vorrei rivedere i miei nonni che mi mancano molto, dire quanto sono buoni i piatti che preparano o quanto mi diverto quando mi fanno il solletico, quanto è bello giocare a carte con loro e passarci una giornata insieme.

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