IL BARI CHE ASSOMIGLIA A PENELOPE

di Francesco Monteleone

La vanità offesa è la madre di tutte le tragedie” scrisse il filosofo Nietzsche. Ebbene dopo i primi bocconi amari con le sottovalutate Juve Stabia e Modena, ora i Galletti affronteranno le 2 salatissime retrocesse dalla serie A, cioè Sassuolo e Sampdoria. L’allarme è lanciato: il Bari rischia di sfasciarsi quando non è ancora finita l’estate, senza che nessuno sappia porre rimedio, in campo, agli enormi squilibri tra giocatori e fuori dal campo tra società e tifosi. L’ultima campagna acquisti sembra più un ritocco cosmetico che una strategia per il successo. L’umore è sotto zero, i seguaci biancorossi si sentono già in una situazione disperata, non c’è giornalista che sappia individuare con certezza i colpevoli di questa tragedia: Antonio De Caro, la multiproprietà, il presidente del Napoli, il sottostimato Pucino?

Intanto Sibilli non segna più; in 180 minuti ha creato 3 palle gol clamorose, ma nemmeno una ha superato il portiere nemico. Sospettiamo che il miracolo delle 12 reti quest’anno non si ripeterà. D’altronde la Calciosofia insegna che a una buona occasione da gol non corrisponde un gol. Perciò, chi farà i 60 gol che servono per provare a salire in serie A? Una buona parte li firmerà Novakovich, se Longo lo farà circolare su tutti i campi e per tutto il tempo, senza inventarsi inutili riposi. Un’altra quota sarà di Lasagna che dovrà meritarsi il grosso ingaggio ricevuto. Il resto delle reti lo faranno gli avanzi di panchina, illuminati verso l’obiettivo da Sgarbi e Manzari. (E vale la pena di rispettare un assioma calcistico: Lasagna e Novakovich giochino insieme, perché da sempre solo le squadre che hanno in campo ‘i gemelli del gol’ hanno alti tassi di vittoria).

“La cosa più bella nello sport è la sconfitta, altrimenti non impari niente” ha detto con sicumera nel tg del 24 agosto il plurimedagliato terlizzese alle Paralimpiadi Luca Mazzon. È un’ipotesi amara, ma verosimile; dunque al Bari questo doppio stop sta giovando. Purtroppo la peggioranza dei tifosi dardeggia con insulti il presidente De Laurentis e nessun animo gentile lo saluta più dentro lo stadio; molti abbonati minacciano di seguire la squadra ‘a distanza’ come ai tempi del covid. Questo Bari ci ricorda quelle squadre composte d’estate, a fine campionati, da proprietari di bar cittadini alla moda che partecipavano ai divertentissimi tornei della Canicola. Si vedevano in campi di quartiere, tanti giocatori arruolati a botta di soldi (quindi mercenari) che per poco tempo erano di tutti e di nessuno. Ecco, si perdoni il paradosso: il Bari sembra una perfetta squadra da Canicola! Ha poco di suo e quando ha qualcosa di suo invece di tenerselo, lo vende, anzi lo svende agli avversari. Nel gioco del calcio gli esseri più importanti sono due: colui che fa i gol e quell’altro che li evita. I presidenti più intelligenti quando se li ritrovano in organico li bloccano e attorno a loro costruiscono una equipe vincente. Invece il Bari 2024-25 assomiglia a Penelope che non portava mai a termine la tessitura del lenzuolo funebre di Laerte (suo suocero). Aspettando dal mercato qualche difensore mastino come Pasquale Loseto e un giocatore che sappia fare i Key pass (Falletti sarebbe fantastico) è meglio guardarsi allo specchio e dirsi: ‘ se ti succede qualcosa di brutto la colpa è tua prima di tutto. Ed è segno che non sei stato abbastanza attento’. Ok, finiamo consolandoci: la scienza statistica dimostra che un gol a partita garantisce la salvezza; se il Bari continuerà con questa media segnerà 40 gol e non retrocederà. Ma se volessimo qualcosa di più? “Fatti le ali e poi vola” ha scritto qualcuno su Facebook. Chi ha orecchie intenda, chi ha il denaro spenda.

 

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