Il lunedì con la medicina. HO UN “FISCHIO” NELL’ORECCHIO

di Giacomo Losavio, neurologo e neurofisiologo clinico

Un tempo quando eravamo ragazzi sentivo spesso dire: “Dimmi un numero, che mi sta fischiando l’orecchio, forse qualcuno mi sta pensando”. Fantasie di ragazzi o di altri tempi. Poi, studiando medicina, ho scoperto che quel fischio improvviso nell’orecchio si chiama acufene. Gli acufeni, o fischio nell’orecchio, sono un problema che nel corso di una vita intera possono affliggere tutta la popolazione. La percezione di udire un suono che in realtà non è presente è un evento molto comune e almeno per una volta ognuno ne ha avuto esperienza. Nel mondo ne soffrono 750 milioni di persone. Le cause principali dell’acufene possono essere sintetizzate in sei categorie principali :Problemi uditivi (patologie dell’orecchio esterno e dell’ orecchio interno) – Problemi cardiovascolari (ipertensione Policitemia, aneurismi) – Disturbi muscolo-tensivi (mal occlusione) – Disturbi strutturali e osteoarticolari – Disagi emotivi e psicologici (psicosi o nevrosi) – Alimentazione, intolleranze, assunzione

di farmaci e stile di vita
Uno nuovo studio portato avanti da ricercatori italiani collega l’acufene anche alle malattie neurodegenerative. La percezione dei suoni e della voce è un processo complesso che inizia nell’orecchio. Le cellule dell’orecchio una volta stimolate da un suono, ad esempio un clacson, si muovono generando un impulso nervoso che arriva al cervello dove poi il clacson viene identificato.

Nel caso dell’acufene pur mancando lo stimolo uditivo esterno le cellule si muovono da sole generando “suoni fantasma”. Questa motilità senza stimolo è indicativa della sofferenza della cellula, può manifestarsi sia in seguito ad un trauma acustico violento (forte rumore ambientale o scoppio), sia come primo segno di presbiacusia (fenomeno fisiologico dell’invecchiamento dell’udito) e in varie altre condizioni che alterano il micro-ambiente dell’orecchio (disturbi di circolo periferici). Questo fenomeno di solito è transitorio. Infatti le cellule o recuperano la loro funzionalità o muoiono e quindi l’acufene scompare. Se invece l’acufene è persistente probabilmente si è verificato un danno irreparabile dell’area uditiva cerebrale determinata dall’infiammazione di quell’area del cervello (neuro-infiammazione) come conseguenza di stimoli cronici e perduranti a partenza dalla periferia che provengono dall’orecchio esterno. In questo caso anche se le cellule dell’orecchio sono degenerate l’acufene si percepisce perché questo iperstimolo nel tempo può causare l’infiammazione della specifica area nel cervello, che rimane attiva anche in assenza di stimolo acustico a partenza dall’orecchio periferico.

Ci sono varie metodologie per trattare il problema in base alla sua origine. Pertanto l’acufene persistente può essere associato a malattie professionali (inquinamento acustico) a malattie neurodegenerative come la demenza o a malattie infiammatorie come la sclerosi multipla o altre malattie demielinizzanti. Nel caso di un problema di invecchiamento cerebrale ci si può proteggere usando degli integratori, se il danno è causato dall’esposizione cronica ai rumori occorre usare le protezioni uditive. Tra le malattie neurologiche del sistema nervoso centrale, nella popolazione giovanile o sotto i 50 anni innanzitutto occorre escludere la Sclerosi Multipla; sappiamo infatti che la sclerosi multipla, può dare come sintomo d’esordio l’acufene. In questo caso si può trattare il problema usando metodologie globali in grado di contrastare la neuro-infiammazione”.

Attualmente i neurofarmacologi stanno studiando una serie di molecole anti-neuroinfiammazione per trattare i pazienti che presentano un acufene persistente (oltre i 6 mesi). Il mio consiglio è non trascurare il fischio all’orecchio, specialmente se persistente e non occasionale; se non sparisce entro 72 ore, è bene rivolgersi allo specialista che potrà così suggerire il trattamento migliore ed evitare che il disturbo diventi cronico”

 

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