GODENDOCI BITONTO

di Francesco Monteleone

Cari briganti che sognate il mondo, dovete sapere che, quando arriva la primavera, vivere in Puglia diventa un beneficio catalogato “aventi diritto al Paradiso”. È sufficiente che, di prima mattina, il sole la smetta di sostare dietro la soglia delle nuvole e tutti gli affanni della vita contemporanea vanno a farsi benedire da qualche parte. I miei affanni l’hanno ricevuta, quella benedizione, a Bitonto, dove mi ha invitato a recarmi l’editrice di Santippe, la superprof. Carmela Moretti.

Alle 10,30 della vigilia di Pasqua 2021, incapaci di oziare nell’ombra della piazza dedicata a Traetta, gambe e piedi abbiamo seguito le tracce della luce che portano all’impareggiabile centro storico, per il quale bisogna attraversare una elegantissima porta in pietra di materna purezza.

Quanti migliaia di euroanni possono valere gli scheletri della Chiesa del Purgatorio? Chissà se qualcun lo sa! Quei 2 scarnificati custodi non hanno mai commesso efferati crimini, se non quello di perdonare i troppi peccati ai bitontini che lì vicino ancora dimostrano un’inesausta capacità di cospirare contro le leggi!

La consolidata tradizione dei genitori ci ha tramandato che lì vicino c’è un punto fisso inaugurato quando Dante Alighieri aveva una ventina di anni, che vende il vaccino contro la malinconia. È il vecchissimo forno vecchio vicino a san Francesco della Scarpa, chiesa candidata, in absentia di preti e fedeli, al dottorato della bellezza universale.

Si scende nel forno e si sbanda perché il profumo delle focacce, dei taralli, del pane cotto è così forte che lo puoi masticare. Lì dentro impastano alle 4 del mattino e infornano alle 7 i fratelli Domenico e Cesare Carlucci. Poi arriva il nipote Michele e la sua fidanzatina e dal banco inizia il pubblico godimento.

Noi, sognando una panchina dove si faceva Messa, in quella mensa all’aria aperta dove ci sono troppe auto posteggiate, ci prendiamo il piacere più ardente, assaporando con la bocca la migliore delle merende.

“Il poco ci basti” diceva Aristotele.

Il centro storico lo stanno recuperando palmo a palmo.  Finalmente i politici hanno capito che la bellezza storica delle costruzioni e degli spazi urbani bitontini è trionfante sull’abbandono.

Riusciamo dalla porta della Torre Angioina. Servirebbe bere un poco di acqua fresca dell’Acquedotto Pugliese, il secondo al mondo per lunghezza, ma la ‘capa di ferro’ è secca

Per andare dove dobbiamo andare si incrociano pasticcerie fantastiche che tolgono il respiro e non ci sono parole o foto che possano far sussultare più di una visita reale.

Bitonto sta diventando sempre più bella, istrionica e senza veli; (molto lentamente) anche un poco più ospitale per i turisti.

L’ultima tappa è nella piazza dove svetta la colonna eretta Carlo III di Borbone per una famosissima battaglia e il santuario dei Santi Medici; ma per raccontare tutto e bene ci vorrebbe molto più inchiostro.

Lo faremo prossimamente; per ora tanti tanti tanti auguri di Buona Pasqua a tutti. Arrivi presto una resurrezione individuale e collettiva che ci faccia tornare a viaggiare e a sorridere.

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