“EPPURE ANCORA I NESPOLI-DISSERTAZIONE SULLO HAIKU”, di Antonio Sacco, Nulla die, 2020

di Caterina Levato

Il libro di Antonio Sacco, poeta, haijin e studioso di poesia giapponese, “EPPURE ANCORA I NESPOLI-DISSERTAZIONE SULLO HAIKU”, NULLA DIE, ENNA 2020, rappresenta un passo importante nella sua produzione poetica e nel suo percorso di elaborazione teorica. Il libro è composto da tre sezioni.

Nella prima sezione, l’autore, ci consegna 58 haiku, i suoi componimenti, delicati ed incisivi, giungono al lettore in tutta la loro corposa bellezza, ricca di evocazioni e di rimandi a quelli che costituiscono i principali canoni estetici della poesia nipponica. I testi poetici sono commentati personalmente dall’autore, consapevole della necessità di dover guidare chi si approccia alla lettura di questo particolare genere di poesia. L’haiku, infatti, necessità di una, seppur minima, base di conoscenze, per poter essere gustato, in quanto, a fronte di una apparente semplicità, in realtà, possiede una strutturazione piuttosto complessa.

Dalla sezione haiku:

una libellula
nelle sue ali un lampo
di arcobaleno

al crepuscolo
su ogni chicco di mais
un nuovo sole
Nella seconda sezione, Sacco, come studioso della poesia giapponese, pubblica 15 micro-saggi, che costituiscono un prezioso vademecum per chiunque voglia approfondire caratteristiche e tematiche della poesia haiku. I micro-saggi, di grande spessore culturale, si caratterizzano anche per la loro prosa limpida e scorrevole, che conduce il lettore all’interno di un percorso non semplicissimo, con agilità e con chiarezza espositiva.

La terza sezione è costituita da 6 haibun, preceduti da una breve introduzione, che precisa le caratteristiche essenziali di questo genere letterario misto, costituito da una parte in prosa e da una parte in poesia.

Dalla sezione haibun:

Il vantaggio di viaggiare non come turista ma come ospite di amici del luogo mi è parso lampante nel nostro pellegrinare tra i villaggi palestinesi distrutti nel ’48 con la Nakba palestinese.

Beit Nabala è un piccolo villaggio che ha subito questa stessa sorte insieme a più di 500 altri paesini. Sul sentiero che porta a a quel che rimane di Beit Nabala, incontro una signora palestinese corpulenta che con mia meraviglia parla inglese. Le chiedo cosa facesse lì, in lacrime risponde con un gesto: nostra le chiavi della sua vecchia casa appese al collo.

vicino oriente-
i fichi d’india in fiore
tra le rovine
 

In Eppure ancora i nespoli, Antonio Sacco si mette in gioco, sia come poeta, che come narratore e saggista, evidenziando una versatilità di scrittura creativa e saggistica ammirevole.

Antonio Sacco

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.