DOVE L’ONIRICO DIVENTA REALTÀ: IL PARCO DEI MOSTRI DI BOMARZO

di Valentina Palermo

Quando si pronuncia la parola parco, di solito si pensa a un luogo magico. Un posto romantico con fontanelle zampillanti e laghetti graziosi, che magari fa da cornice a un castello o a una villa. Beh, non è sempre così. Esistono parchi che ospitano sculture che ritraggono creature spaventose ed esseri dalle proporzioni smisurate e che riescono comunque a conservare un fascino irresistibile. È il caso del Parco dei Mostri di Bomarzo, piccolo comune in provincia di Viterbo.

I lavori per la sua realizzazione iniziarono nel 1547 e si protrassero per diversi anni. A commissionare il progetto fu il signore di Bomarzo Pierfrancesco “Vicino” Orsini, il quale desiderava donare a sua moglie Giulia Farnese un originale angolo di verde. Il nobile si affidò alla fantasia dell’architetto Pirro Ligorio, mentre per la realizzazione delle sculture fu in seguito incaricato Simone Moschino. Inizialmente il giardino doveva chiamarsi semplicemente Boschetto o Sacro Bosco. Viste però le singolari opere che furono installate al suo interno, col passare del tempo assunse il nome con cui lo conosciamo adesso di Parco dei Mostri.

Ma cos’ha di tanto particolare questo giardino? Innanzitutto ciò che si avverte passeggiando nei suoi viali alberati è un senso di spaesamento e confusione. La sensazione è volutamente indotta dal fatto che tutti gli edifici furono progettati senza rispettare i canoni architettonici dell’epoca e soprattutto senza seguire una vera e propria logica. Oltre a ciò, lungo il cammino furono piazzate delle scritte dal significato criptico. Alcune di queste furono riconosciute come citazioni di famose opere rinascimentali, di altre, dopo quasi cinque secoli, non si capisce ancora l’origine. Secondo diversi studiosi quelle scritte potrebbero essere dei riferimenti all’antica pratica dell’alchimia. Parere generale è comunque che resteranno un mistero per sempre.

Per quanto riguarda le statue che fanno capolino fra il verde rigoglioso, si può dire che la fantasia di Pirro Ligorio non abbia avuto limiti. All’interno del Parco dei Mostri si possono ammirare creature mitologiche, animali giganteschi, sculture grottesche e, ovviamente, mostri. Il più famoso è sicuramente l’Orco, una gigantesca faccia di pietra dalla bocca spalancata che sembra quasi stia per lasciarsi andare a un urlo di terrore. Oltrepassando la bocca si accede a una piccola stanza al cui interno ogni rumore si trasforma in un eco che mette i. Molto famoso anche il Drago con i Leoni. L’opera rappresenta un enorme drago cinese dall’espressione minacciosa che ad ali spiegate lotta contro i due felini.

Verso la fine del XVI secolo, il bosco fu abbandonato a se stesso. Solo nel ‘900, Giancarlo Severi Bettini e sua moglie Tina decisero di ridargli vitae di restaurarlo. Nel 1948 Salvador Dalì visitò il bosco e affermò di esserne rimasto piacevolmente impressionato. E se piacque tanto a un Maestro del Surrealismo come lui, non possiamo che essere certi che il Parco dei Mostri sia davvero un luogo incantato.

 

 

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