DETACHMENT (IL DISTACCO), di Tony Kaye, 2011

di Francesco Monteleone

C’è un abbraccio in questo film che vale 10 film. Così come una volta si dava il plus valore alle figurine Panini più rare (scambiandole con molti doppioni), noi facciamo la stessa cosa con una scena di quest’opera interpretata e prodotta da Adrien Brody. Quella tenerezza, fissata nel punto più doloroso della storia, ha un valore supremo. Risuscita l’amore e la solidarietà umana. Vi invitiamo a cercarla e condividerla.

L’ottimo regista inglese Tony Kaye, autore di ‘American History x’, nel ‘Distacco’ ha voluto drammatizzare la condizione di un maestro, il ‘miglior supplente tra gli insegnanti disoccupati’ che per vivere va a insegnare letteratura classica in una classe ad alto contenuto popolare. Lo spaccato della sua esperienza ci affligge, ci preoccupa, ci dimostra come ogni studente povero è un lumicino a cui manca l’olio.

La scuola pubblica americana è piena di germi patogeni (privatizzazioni, consumismo, scarsità di mezzi ecc.) che i pedagoghi cercano di ‘uccidere’ usando le armi affilatissime della cultura; ma non ce la faranno mai a curare un’epidemia con gli assalti individuali all’arma bianca.

Il maestro del film, anzi tutti i maestri di scuola sono martiri impalati alla lavagna da studenti crudeli, difesi da genitori che non sanno educare e tollerati da un sistema educativo classista.

Tutti i personaggi che si vedono sono rannicchiati nelle loro nevrosi:

Un nonno colpito da incestuosa pazzia. Una giovane puttana stuprata dai suoi clienti. Una studentessa fotografa, grassa di solitudine, che meriterebbe di esporre nelle migliori galleria d’arte contemporanea…

I dialoghi sono ottimi, i pensieri sono profondi. Corrispondono alle ansie della nostra specie.

Le continue definizioni, distribuite lungo tutto il film, dei maestri di scuola sono giuste, ponderate, veritiere, meritate: ‘Voi siete i veri eroi’ dice qualcuno che non sbaglia.  Senza una ottima retribuzione, buttati tra scolari abituati a poltrire, i proletari diffusori della cultura ci fanno pena quando ci fanno sapere che “Nessuno ti dice mai ‘grazie!’ Eppure il mondo è pieno di maestri coraggiosi che vanno incontro agli analfabeti e gli insegnano a difendersi dalle ingiustizie senza ricevere nemmeno gratitudine. Non importa. È una grande responsabilità guidare i giovani ed è doveroso farlo: “è facile essere indifferenti, l’interesse richiede coraggio”.

 

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