CIAO GIAMPIÈ…

di Giulio Loiacono

Ti si può dire tutto… anche se non l’ho conosciuto bene, all’inizio mi sembrava avvolto da quello spirito sacral/smitizzatore di Beppe Viola – cui non credo si sia mai sottratto, sebbene come riferimento piuttosto lontano -… era uomo del Lago del Nord, sebbene, ancora una volta si fosse confuso con la più totale romanità.

Portava l’amatriciana anche sul Central Court del Lawn& Tennis Club di Wimbledon quando ci teneva incollati agli schermi per ore ed ore, assieme al suo compagno di merende, Adriano Panatta, anche lui commisto tra bucatini e fragole alla panna. Era parziale quando, senza vergogna, prendeva le parti di Becker contro tutto il mondo degli altri, degli Edberg, dei Lendl, dei Mecir, dei McEnroe. Sapeva essere parziale ma così pastasciuttaramente nazional-popolare.

Si ammantava di tricolore quando tornava al suo lago… ed agli sports lacustri che tanto amava e che, da serio praticante, sapeva descrivere come quasi ogni poeta fa col suo rimario.Quando lo poggiava, però, tornava ad essere il laziale, il giullare di Domenica In con la sua reincarnazione femminea e cocarnale Mara Venier.

Ciao Giampiè… ti sei portato il microfono? Maradona e lo spogliatoio ti aspettano…

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