BIANCANEVE E IL BACIO INCRIMINATO. UNA POLEMICA DAVVERO NECESSARIA?

di Valentina Palermo

Ormai da giorni non si parla d’altro: Biancaneve è stata molestata dal principe. Attenzione, chi vi parla non vuole di certo sminuire la questione delle molestie sessuali, né ridicolizzare l’argomento. Ciò che si vuole fare è smontare una controversia che ha dell’assurdo e che è stata incredibilmente ingigantita dai media.

Partiamo dai fatti. Recentemente l’attrazione dedicata a Biancaneve nel parco di Disneyland è stata rimodernata. Nella precedente versione, il viaggio alla scoperta della celeberrima fiaba terminava con la morte della strega cattiva. Da quando l’attrazione è stata ristrutturata, alla fine dell’esperienza ci si ritrova invece davanti al bacio che il principe dà all’addormentata Biancaneve. Questo cambiamento non è stato affatto apprezzato dalle giornaliste Katie Dowd e Julie Tremaine. Attraverso il sito SFGate, le due avevano, infatti, espresso la loro contrarietà a dare tanto spazio a un gesto così sconveniente. Per loro, quello fra il principe e Biancaneve non poteva essere considerato il bacio del vero amore, perché la principessa si trovava in uno stato di incoscienza e non poteva esprimere il suo consenso. Da questa semplice osservazione la polemica è rimbalzata su tutte le testate e si è ingrandita a dismisura, assumendo i contorni di un vero e proprio caso.

Si può davvero demonizzare il gesto compiuto dal principe nei confronti di Biancaneve nel film del 1937? Ecco, forse la chiave di tutta la questione sta proprio in quel numero, 1937. Di certo in quegli anni si era molto indietro sulla questione della parità dei diritti. Era un periodo in cui in molti Stati non era ancora stato introdotto il suffragio universale e in cui la donna era relegata al ruolo di angelo del focolare. Con quella mentalità, Biancaneve non poteva essere in grado di salvarsi da sola, ma aveva bisogno di qualcuno che intervenisse per aiutarla. Ed è qui che entrava, quindi, in gioco il principe: non potendo praticare sulla ragazza la manovra di Hamelin per farle sputare il pezzo di mela avvelenata, le stampò un bel bacio sulle labbra. In quell’epoca il gesto venne visto come qualcosa di assolutamente dolce, il sogno di tutte le bambine, che venivano allevate con l’obiettivo di trovare il principe azzurro. Per loro quel bacio non rappresentava una molestia (concetto di cui tra l’altro non c’era ancora un’adeguata consapevolezza), ma solo un momento di puro romanticismo.

È abbastanza ovvio che oggi, con lo sviluppo di una coscienza basata sul rispetto, un finale del genere non potrebbe mai e poi mai essere accettato. Ce ne siamo accorti noi e se n’è accorta anche la Disney, che ormai da decenni ha stravolto la figura femminile, trasformandola da damigella in pericolo a eroina pronta a combattere per i suoi ideali e la sua libertà. Questo processo rappresenta una rivoluzione sacrosanta, ma non per questo bisogna demonizzare tutto ciò che è venuto in passato. Se dovessimo guardare Biancaneve e i Sette Nani con gli occhi di oggi dovremmo anche incriminare Biancaneve per aver occupato abusivamente la casa dei nani. E poi che dire di Cenerentola e il suo sfruttamento domestico? La sua matrigna si sarebbe di sicuro beccata qualche anno di carcere per essersi appropriata dell’eredità della fanciulla e per averla ridotta in schiavitù.

I tempi evolvono e le fiabe si evolvono con loro. E allora lasciamo che Biancaneve venga baciata dal principe senza sollevare contestazioni perché sappiamo che oggi, oltre ottant’anni dopo, sua nipote non avrebbe bisogno di un uomo che la salvi, perché sarebbe in grado di salvarsi da sola.

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