APOLOGIA DI SANTIPPE, di Laura Lilli, Bulzoni editore

di Francesco Monteleone

I libri si leggono tre volte. La prima, per assaporare la scrittura. La seconda per capire il tema, la terza per approfondire e memorizzare i concetti essenziali. Il critico professionista ha un compito in più: deve far passare un paio di settimane, denutrire le emozioni ed esprimere, caute, il proprio giudizio. Per i testi ‘filosofici’ tutta questa sequenza va raddoppiata. E ora, con un facile calcolo aritmetico, dedurrete da quanto tempo abbiamo sulla scrivania il lavoro di Laura Lilli, edito dalla casa editrice Bulzoni.

L’Apologia di Santippe è un’operetta morale della collana La fenice dei teatri, a cura di Franca Angelini e Carmelo Alberti.

Il soggetto è un falso storico. L’autrice fa incontrare di persona le tre più belle femmine dell’antichità, che però vissero in tempi differenti. (Una soluzione geniale, come le “interviste impossibili” di Umberto Eco).

Aspasia di Mileto (c. 470 a.C. – c. 400 a.C.),, l’etèra amata da Pericle, che per la sua libertà morale continua e essere diffamata nei manuali scolastici come una ‘escort’.

Saffo (Mitilene, 640 a.C. circa – Leucade, 570 a.C. circa), la poetessa lesbica della quale sono rimasti pochissimi versi rifiniti, sostituita come icona omosessuale da Jodie Foster, Glenn Close, Tamara De Lemptika, Gianna Nannini.

Santippe (360 a.C. – ?) moglie di Socrate nel 421 a.C. e madre dei suoi figli Lamprocle, Sofronisco e Menesseno; insultata senza motivo da filosofi meschini e dimenticata dagli storiografi che non hanno registrato nemmeno la sua morte.

Tre personaggi puri che viaggiano nella storia con il passaporto della Grecia classica.

Un avviso alle recitanti papere: il testo è un copione teatrale erudito, i dialoghi sono macromolecole di rabbia femminista, roba di lusso per attrici non defunte nei filmetti dei Vanzina. Non c’è nemmeno bisogno di un regista strapagato per aumentarne l’intensità drammaturgica. Basta un palcoscenico decente, il pubblico pagante, il rispetto verso le donne.

Le tre eroine litigano sulla condotta sessuale di ognuna, sull’ eguaglianza e differenza con gli uomini, sull’empietà. Usano gli insulti come lanciafiamme in un combattimento ravvicinato, ma nessuna perisce.  Anzi la contrapposizione diminuisce e dall’aumentata familiarità fra le tre donne matura in prosa contemporanea la più bella ricostruzione drammatizzata della vita coniugale di Socrate e Santippe, fino alla morte dell’ironico maestro. Chi non ha la pazienza di leggere i ‘dialoghi’ di Platone o le ‘Vite’ di Diogene può riconciliarsi con la verità, ascoltando la splendida ricostruzione dei personaggi fatta dall’autrice.

Brava, Laura Lilli. Apologia di Santippe è un libello femminista, il modo migliore per dare la luce morale alla vita di tre sante pagane. L’autrice ha letto per davvero i testi che servivano a ricostruire la storia di una moglie (Santippe), le tenerezza di una lesbica (Saffo), il coraggio di una amante sincera (Aspasia), dando tutto l’onore letterario che meritano.

Questo libro è un vero dono ad attrici di bravura medio-alta che non temono di rappresentare la filosofia in teatro.

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