ALLE BARRICATE I TEATRANTI BARESI!

di Francesco Monteleone

Interrompere venerdì scorso la recitazione di Pinuccio Sinisi e Marcello Introna è stato un atto brutale, ingiustificabile, inammissibile (e diremmo la stessa cosa anche se sul palcoscenico ci fossero stati tre delinquenti latitanti).

Il teatro non si deve profanare; è sacro, è inviolabile da millenni. Chi non ne capisce la sua essenza sia perseguitato dagli Dei. Le irregolarità amministrative sono miserrima cosa rispetto alla drammaturgia.

Chi ha mandato i vigili urbani al Piccolo Teatro di Eugenio D’Attoma? Se è vero quel che ho letto, essi sono andati, in divisa, a spaventare gli spettatori come se fossero i complici di un reato odioso. E per risolvere che cosa? Un condono tributario, una licenza non rinnovata, una presa elettrica non a norma?

Se erano questi i buoni propositi dei nostri integerrimi controllori, non si poteva utilizzare un altro momento della giornata, usando il buon senso e le buone maniere con Nietta Tempesta?

Irrompere in un teatro è un atto da nazisti. Far accendere le luci in sala mentre gli attori si esibiscono è come bruciare i libri in piazza. Una espressa volontà di odio verso la cultura. I signori delle multe, se avevano il turno serale, avrebbero potuto presentarsi rispettosamente con le loro famiglie, senza nemmeno pagare il biglietto; Nietta li avrebbe accolti tutti e alla fine si sarebbe trovato un accordo, se accordo ci deve essere.

Il ‘Piccolo’, soprattutto adesso che non ci sono più Eugenio e Mario Mancini, va salvato da una morte certa, perché non ha più scudi. Deve diventare un luogo di straordinarie memorie; lì dentro si sono provate emozioni indimenticabili, tragiche delusioni, amori clandestini, osceni, segreti, successi straordinari. Qualcuno scriva la storia di quel posto fantastico con l’elenco di tutti gli artisti che hanno avuto l’onore, per esso, di scrivere e recitare.

Signori governanti, un attore non è mai un fuorilegge; un attore è un eletto migrato in terra da un mondo ideale, per insegnare agli zotici, agli avari, agli ignoranti, il rispetto della legge esistenziale più importante, la legge della Bellezza. Il sindaco e l’assessore di Bari questa volta non meritano nessuna lode; il nostro spirito li ha bocciati, senza nemmeno rinviarli a giudizio.

Perciò, viva la rivolta! Tutte le compagnie, tutti gli attori baresi, una volta tanto, si riuniscano sotto il Comune e facciano sentire le loro voci; non quelle persuasive ed incantevoli date sui palcoscenici, ma quelle indignate di artisti incompresi ed emarginati, in una città che dà ricchezza solamente ai mercanti forestieri.

 

Una risposta a “ALLE BARRICATE I TEATRANTI BARESI!”

  1. Nin conisco i ” termini ” ma condanno l’azione nei modi e tempi ..il Teatrio va salvato il Sindaco non può essere sordo .. confido nel senso di responsabilità di quanti amano il teatro .. la storia del Piccolo Teatro di Bari … il teatro dei baresi

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