A TAVOLA CON… DONA FLOR E I SUOI DUE MARITI

di Valentina Palermo

La letteratura sudamericana ci ha regalato tantissime storie estremamente coinvolgenti e affascinanti. Fra queste ce n’è una in grado di catapultare il lettore in Brasile per fargli testare la cultura del Paese sotto tutte le sue sfumature. Mi riferisco a “Dona Flor e i suoi due mariti”, romanzo del 1966 firmato da Jorge Amado.

Il libro ruota attorno alla figura di Dona Flor, una giovane vedova in preda alla disperazione per la perdita del marito. In realtà Vadinho, questo è il nome del defunto consorte, in vita era tutt’altro che un capo famiglia impeccabile. Era uno scansafatiche dedito al gioco d’azzardo. Un dongiovanni con numerose amanti che spariva per giorni per poi tornare da sua moglie con le migliori promesse di redenzione. Promesse puntualmente mai mantenute. Eppure, nonostante i numerosi difetti di Vadinho, Dona Flor sente pesantemente la mancanza dell’uomo. Prova nostalgia per tutti i momenti di passione vissuti con lui che soddisfavano sia il suo corpo che il suo spirito. Avverte l’incolmabile vuoto che quell’uomo così carismatico e disinibito riempiva anche quando non era fisicamente presente al suo fianco. Pian piano però Dona Flor riesce a uscire da quel tunnel di tristezza e malinconia e si lascia conquistare dall’affidabile e coscienzioso Teodoro. I due si sposano e per la donna inizia un periodo di tranquillità e serenità. Questo finché un evento prodigioso non sconvolge la vita di Flor rimescolando le carte in tavola…

In Dona Flor e i suoi due mariti ironia, magia, amore ed erotismo si combinano sapientemente per dare vita a una storia memorabile. Componente fondamentale del romanzo è la cucina brasiliana. Flor è infatti un’ottima cuoca che apre una piccola scuola di cucina nella sua abitazione. La sua passione è un filo conduttore che attraversa tutto il libro, mentre il piacere del palato e quello carnale si fondono e si confondono in un connubio sensuale. Il suo lavoro è ciò a cui si aggrappa per superare il dolore della vedovanza e che difende in tutti i modi anche quando le viene chiesto di appendere le padelle al chiodo. Piatti tipici della cucina brasiliana (e in particolare di Bahia) vengono presentati con dovizia di particolari riuscendo quasi a far sentire al lettore il profumo e il sapore di quelle prelibatezze esotiche. Qui uno stralcio che descrive l’inizio della carriera da cuoca di Dona Flor:

“Mentre Dona Rozilada metteva a punto i suoi piani, Flor si faceva una buona fama come maestra d’arte culinaria, specializzata in cucina baiana. Aveva avuto da madre natura il dono di saper scegliere gli ingredienti, occupata fin da bambina fra ricette e sughi, imparando a fare piatti fini nel campo del dolce come in quello salato. […] era regolarmente chiamata ad aiutare nella preparazione di vatapa ed efó di moquecas e xinxin, per non parlare del famoso caruru di San Cosma e Damiano.”

Successivamente Flor rivela che la moqueca di granchi molli era il piatto preferito di Vadinho:

“Era il piatto prediletto di Vadinho, mai più lo servirò sulla mia mensa. I suoi denti mordevano il granchio molle, le sue labbra colorite di dendê. Ahi mai più la sua bocca, le sue labbra, la sua lingua, mai più la bocca ardente di cipolla cruda!”

E poi la nostra cuoca brasiliana ci rivela anche la ricetta:

Ingredienti per otto persone:

1 tazza di latte di cocco intero,

1 tazza d’olio di dendê,

kg 1 di granchi molli.

Per il sugo:

3 spicchi d’aglio,

sale a piacere,

il succo d’un limone,

coriandolo,

prezzemolo,

cipollina,

2 cipolle,

1/2 tazza d’olio d’oliva o di semi,

1 peperone,

1/2 kg di pomodori.

Per dopo: 

4 pomodori,

1 cipolla,

1 peperone.

La preparazione: 

Grattate due cipolle, schiacciate l’aglio nel pestello. Fate un battuto di prezzemolo, coriandolo, qualche pomodoro, la cipollina, un peperone. Mischiate tutto con l’olio d’oliva e mettete di lato questa succulenta salsa aromatica. Lavate i granchi interi in acqua e limone, lavateli bene per togliere la sabbia senza però levare l’odor di mare. Ed ora per condirli, uno a uno tuffarli nella salsa, e poi in padella uno a uno, ogni granchio col suo sugo. Versate il resto della salsa sui granchi pian piano, perchè il piatto è delicato. Prendete quattro pomodori scelti, un peperone, una cipolla, affettateli e metteteli sui granchi per dar un tocco di bellezza. Lasciateli due ore coperti a insaporirsi. Mettete quindi al fuoco la padella. Quando i granchi saranno quasi cotti e solo allora aggiungerete il latte di cocco ed alla fine l’olio di dendê, poco prima di toglierli dal fuoco.

Il consiglio della cuoca:

“Ecco qui un piatto fine, ricercato, degno della miglior cucina. Chi lo farà, potrà con ragione vantarsi d’essere veramente una cuoca sopraffina. Ma non avendo abilità, meglio non mettercisi: non tutti nascono artisti dei fornelli.”

 

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