US-ITALY RELATIONSHIP IN TIMES OF POLITICAL UNCERTAINTY

Il rapporto Italia-Stati Uniti in tempi di incertezza politica

di Giulio Loiacono

Nell’ambito dell’Idea Boston Festival 2019, organizzato dalla Libreria I am Books di Boston, diretta dal suo co-fondatore, il giornalista Nicola Orichuia, con il patrocinio del Consolato Generale d’Italia a Boston e con la partnership della associazione Friends of the Italian Cultural Center di Boston e tenutosi dal 1 al 2 Novembre presso la sede della Dante Alighieri Society of Massachusetts di Cambridge, si è svolto un convegno sui rapporti bilaterali tra Italia e Stati Uniti, che ha visto la partecipazione del giornalista americano Ken Shulman, già collaboratore della PBS ed autore di servizi e documentarista, e Dario Fabbri, responsabile delle Americhe della rivista di geopolitica Limes, diretta da Lucio Caracciolo, main speaker del convegno ed ospite della manifestazione.

L’incontro, molto interessante, si è quasi subito discostato dal suo titolo afferente ai rapporti bilaterali in quest’epoca segnata dal post crisi economica del biennio 2008-2009, partita dagli USA e, come ahimè noto, spiegatasi, in tutta la sua mortifera potenza, nel resto del globo ed in particolare nello Stivale. Si è ben presto passati, ad un ritmo serrato e ben impostato dal moderatore, ad un botta e risposta tra il pubblico ed il relatore, che ha puntualmente contrappuntato le domande argute e precise di un pubblico attento e competente e caratterizzato dalla presenza di persone di tutte le età, in particolar modo anche da tanti giovani-e ciò ha rincuorato lo scrivente assai-studenti muniti di taccuini pieni di appunti e note. Lasciate che pecchi di presunzione quando riporto la mia domanda al gentilissimo e competentissimo Dario Fabbri. Dopo aver parlato dell’ingerenza della Germania nella economia italiana e della diffidenza storica che gli Stati Uniti provano per “il gigante dell’Europa e dell’Euro”, gli ho appunto chiesto se, secondo una sua teoria che aveva esposto in altra sede, il surplus commerciale tedesco che è derivato dal post-Euro e che, per ragioni interne, hanno in gran parte riversato sul loro sistema di welfare per prevenire che la Germania letteralmente si spacchi in mille pezzi, se Fabbri pensasse che una cosa del genere possa avvenire in Italia una volta che dovesse essere smantellato quel barlume di stato sociale, tenuto conto che Germania ed Italia sono stati gli ultimi stati europei ad unirsi in nazione. Ha risposto dicendo che, innanzitutto i livelli dei due welfare non sono paragonabili e che in Italia non c’è rischio di frantumazione perché non vi è sostanziale divisione etnica, come c’è – ed approvo su questo – tra quelli che noi chiamiamo uniformemente tedeschi. A sostegno di questa tesi, ha citato proprio il caso della Lega che, da Nord, è divenuta Lega e basta in una prospettiva nazionalista. Unico caso al mondo di partito che, da secessionista, è divenuto addirittura nazionalista o sovranista, come si usa dire oggi. Insomma, una bella pagina di cultura di approfondimento tutta italiana qui nella capitale della cultura statunitense e non solo, a due passi dai campuses di Harvard e MIT.

 

US – Italy Relationship in Times of Political Uncertainty

The Italy – US Relationship in Times of Political Uncertainty at the IDEA Boston Festival 2019 organized by I Am Books of Boston, MA and directed by its co-founder, journalist Nicola Orichuia, with the sponsorship of the Council General of Italy in Boston, MA and in partnership with the Friends of the Italian Cultural Center of Boston, held November 1-2 at the Dante Alighieri Society of Massachusetts of Cambridge, MA.

A conference took place on the relationship between Italy and the US with participation by American journalist Ken Shulman, collaborator, writer, and documentarist for PBS and main speaker and guest of the event Dario Fabbri, manager of the Americas of the geopolitical review Limes edited by Lucio Caracciolo.

The exceptionally interesting meeting almost immediately distanced itself from its title of bilateral relationships after the economic crisis beginning in the US in 2008 that spread globally with devastating effects in Italy. Shulman managed the discussion and the frequent intervals of question/answer with the audience. Fabbri answered all the queries posed by the audience of principally young students eagerly taking notes.

I asked Dario Fabbri about the interference of Germany in the Italian economy given the historical American diffidence of Europe’s and the Euro currency’s “economic giant”. According to Fabbri’s theory, Germany’s economic surplus almost entirely sustains its welfare state and prevents Germany’s collapse as a state. I also asked for his thoughts on the possible effects of the collapse of Italy’s welfare state thus shattering the country considering the fact that both Italy and Germany were the last European countries to become united. He replied that first of all the levels of the two welfare systems are not equivalent, and in Italy, there’s no risk of implosion because there are no ethnic divisions among Italians as there are among the Germans. To back his theory he cited the example of the Lega political party that started from Lega Nord (Northern League) and became simply Lega with a new nationalistic perspective. This is a unique world case; that a political party with secessionist theories became a national/sovereigntist political party.

In summation, a nice page of all Italian cultural analysis in the cultural capital of the United States, just steps from the Harvard and M.I.T. campuses.

 

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