LA MAGIA DEI BURATTINI DI BEPE PASTRELLO

di Elisa Testa

Il Museo Casa Giorgione, di Castelfranco Veneto, dal 8 dicembre 2019 al 22 marzo 2020, celebra un personaggio illustre e speciale della città, con la mostra: “Di qua e di là del mondo. Umani e non umani nei burattini di Bepe Pastrello”. Un uomo magico, fuori dagli schemi, con un animo da bambino, che ha cercato di vedere la bellezza della vita, trasmettendola a grandi e piccini in un modo speciale, attraverso il teatro di figura, cioè il mondo degli spettacoli con burattini.

Ingresso museo

Lui si chiama Luigi Pastrello, detto Bepe, il burattinaio di Castelfranco. Era un uomo gentile, semplice, capace di inseguire i suoi sogni e realizzarli. Classe 1906, famiglia povera, lavoratore già in tenera età. A 12 anni diventava il garzone del convitto Aldo Masieri di Castelfranco Veneto; proprio qui si innamorò di questa antica arte teatrale. Nel mese di febbraio, durante la festa di Carnevale gli scolari rimanevano in sede. La direttrice ordinò a Luigi di costruire un teatrino in legno per mettere in scena degli spettacoli con burattini, come intrattenimento per i ragazzi. Luigi riuscì a costruire una struttura e ad avere una parte. Si innamorò di questo mondo, decidendo di acquisire informazioni. A Castelfranco nel ‘900 vi erano vari burattinai, che giravano con i loro teatri. Erano famiglie di artisti da generazioni.

Sala burattini

Luigi Pastrello, invece, era un autodidatta. Creava con la propria fantasia e con il materiale che aveva a casa. Realizzava burattini, teatrini, scenari e scenografie, fondali e copioni. Tutto da solo. Prese la licenza per gli spettacoli viaggianti ed iniziò così la sua professione. Andava di piazza in piazza, di paese in paese con un carretto dotato di bici pieno di attrezzature. Montava il suo baldacchino e dava vita alla magia. Iniziò a Castelfranco e paesi limitrofi, poi allargò le sue vedute, sempre nel territorio. Racimolava pochi soldini, alla fine di ogni evento girava con un piattino tra il pubblico. Faceva vari lavori per mantenere la famiglia, ma la sua passione erano i puppets di cartapesta.

Teatrino

Prima di morire trasmise le sue conoscenze nelle scuole e donò tutti i suoi tesori al comune di Castelfranco (58 burattini, teatrino, attrezzatura di lavoro, disegni e pitture, fondali, copioni). Un vero patrimonio etno-antropologico che parla del mondo popolare, un’arte tradizionale che perderà importanza con l’avvento della televisione, ma che ancora oggi ha tanto da insegnare a grandi e piccini.

Pastrello raccontava la vita in dialetto, mettendo in scena fiabe conosciute, racconti, opere di commedia, opere importanti quali Goldoni e Shakespeare. Altre volte, invece, inventava le storie. Riusciva a parlare a tutti.

Oggi il Museo ospita due piani di mostra, che permettono al visitatore di conoscere quest’uomo amato e conosciuto che ha divertito bambini, ormai oggi adulti e anziani. Si potranno vedere gli oggetti di lavoro da lui usati quando dalla carta di giornale, con colla e farina, prendeva forma un Pulcinella o un Arlecchino o una principessa. Attraverso foto storiche e video, i visitatori potranno conoscere l’attore Beppe ed addentrarsi nella tecnica di recitazione e interpretazione di un vero appassionato burattinaio, artigiano come nel video di Ermanno Olmi “Artigiani Veneti”.

Sala video

Sono esposte molte figure da lui create e usate nelle sue recitazioni: diavoli, morti, animali e persone fantastiche, carabinieri di Pinocchio, personaggi della tradizione veneta e veneziana e il suo incredibile autoritratto.

E all’ingresso del Museo vi accoglierà una gigantografia amichevole di Beppe, che vi invita a vivere la vita con gioia e con gli occhi curiosi di un bambino. Un’esposizione adatta a tutte le età, che verrà accompagnata nei 4 mesi di mostra con conferenze, spettacoli teatrali, visite guidate e laboratori didattici.

Un’occasione imperdibile per guardare il mondo con occhi felici e sereni.

 

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