IL GIOVANE KARL MARX, regia di Raoul Peck, 2017

di Francesco Monteleone

Il ‘Manifesto del Partito Comunista’, dopo la Bibbia, è stato il più grande successo editoriale di sempre. Basta questo accidente per motivare la visione del film di Raoul PeckLe jeune Karl Marxun ottimo modo di apprendere la storia, invece di studiarla faticosamente sui libri.

Karl Marx è stato il pensatore più popolare della filosofia, ma sicuramente anche il più strumentalizzato. Il suo volto di anziano barbuto era presente in tutte le sezioni dei movimenti comunisti del mondo, come se fosse un dio in terra, ma i suoi libri erano sfogliati più che studiati. Oggi è certamente finito il boom di Marx tra le giovani generazioni rivoluzionarie. La lotta di classe si fa meglio con avvocati specializzati in diritto del lavoro, il comunismo è diventata una parolaccia e i capitalisti hanno ancora le redini del mondo.

Perciò, accontentiamoci di sognare un cambiamento materiale e radicale delle società umane. Il film inizia quando Marx ha 26 ed è già sposato con quella eccezionale donna che fu Jenny; finisce con la pubblicazione del famoso ‘manifesto redatto, in modo estremamente avventuroso, da due uomini straordinari con differenti qualità: il geniale ebreo-tedesco Karl Marx e il molto, molto generoso Friedrich Engels.

‘Il giovane Marx’ è un’ottima lezione di storia per gli studenti liceali, una ripassata di fatti per i filosofi e un grande esempio morale per chi nella vita fa una scelta di libertà.

Il film, girato molto bene, mette in scena, senza finzioni, la miseria privata di un politico non addomesticabile e l’arretratezza della società industriale ottocentesca, ovvero le due forme di povertà che ancora ritroviamo nella nostra cultura contemporanea.

Gli attori principali hanno belle facce e con una mimesi di alto livello hanno saputo raccontare le vicende di quegli uomini che, con il loro pensiero hanno cambiato la sorte dei popoli per più di un secolo, da metà ottocento alla fine del primo millennio. Perciò August Diehl (che interpreta un candido Marx) e Stefan Konarske (il simpaticissimo Friedrich Engels) prendono il voto 9 in condotta. E tutti gli altri attori che fanno Proudhon, Bakunin, i dirigenti della Lega dei Giusti ecc. appaiono testimoni perfetti di quelle personalità tanto ideologiche e grandemente rivoluzionarie.

Bene, se non siete integralmente qualunquisti, potete consumare i vostri denari senza rimpiangerli all’uscita e salvarvi dai luoghi comuni sul marxismo. Infine, se volete sinceramente bene al popolo, questa è l’occasione giusta per capire come volergli bene.

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