ALITA: FINE DEL TEOREMA CAMERON?

di Giulio Loiacono

Ogni volta che ci si trova di fronte ad un’opera di un grande artista viene da pensare: quanto c’è di lui o quanto vorremmo vedere altro da lui, qualcosa di nuovo, di sorprendente, di clamoroso. Qualcosa che ci faccia dire: “è non solo un grande ma è capace di superare se stesso e la grande tentazione di rispondere, con faciloneria, al desiderio del suo pubblico di dire voglio qualcosa alla Cameron”.

Ebbene, questa voglia di essere lui è irresistibile per il vecchio James. Dalla intuizione straordinaria di superare il Cameron del “Taitanik “con una coraggiosa scelta di interagire cartoonia con i volti reali di Hollywood, sia pur realizzata con un effetto pallosità che è una delle cifre di James, si è passati alla “vendittite” di Cameron. Come Venditti, infatti, corrisponde al suo pubblico facendo sempre e solo un Venditti sempre più manierista e scadente, così Cameron fa se stesso senza più alcuni slancio.Da Avatar passando per svariati e mal riusciti tentativi di propria imitazione si giunge a questo Alita.

Credo che, stavolta, lui abbia copiato altri. Una cifra meno nobile che risale al film di P.M. Glaser-lo Starsky della serie Tv divenuto autore di talento ma sfortunato- con Schwarzenegger-senza scomodare il sempiterno Blade Runner-sino ad un film che ho amato molto e del quale avrei voluto scrivere, Ready Player One, realizzato dalla cantera dell’altro grande sognatore di Hollywood, Steven Spielberg.

Ma mentre Ready Player One era un film tributo agli anni ottanta della fantasia in cui, tra immondizia che ci sommerge e cyborg che ci rovinano la residua umanità, ci rendeva la infinita poesia del sogno ancora vivo, gli occhioni di Alita e la sua piccola odissea di orfana/non orfana che scopre la propria umanità incipiente a discapito di tutte le tecnologie disumane non bastano a salvarci dall’ultimo attacco di cameronite di James Cameron.

Il talento è salvo nella confezione perfetta della pellicola. Tutto il resto non è gioia, ma solo noia. Grazie Franco Califano per la tua -e mia- chiosa.

 

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